Sono con Pietro Albino Di Pasquale seduto su una gradinata di cemento armato che gusto un aperitivo a base di pane e olio, fave e formaggio, tutti prodotti locali a chilometro zero – ho raggiunto Pietro sabato 21 maggio a Roccafluvione (AP) per la proiezione in anteprima del suo nuovo film, dove torna al documentario breve.
Pietro Albino Di Pasquale è artista eclettico, che passa con agilità dalla letteratura al cinema, sue principali passioni, e capace di molteplici registri, che sa sfumare dal drammatico alla commedia, fino a giungere al comico: basti ricordare della sua ampia opera cinematografica NEITUOIOCCHI, importante lungometraggio del 2014 che tratta con coraggio il tema della cecità e delle sue varie patologie, e La Panna Cotta, corto del 2021 dove ritorna sul tema della cecità ma questa volta in chiave comica; e per la letteratura basti e avanzi citare il suo Farfariel - Il Libro di Micù del 2018, pubblicato per i tipi della Uovonero, romanzo dove con maestria Di Pasquale dipinge uno spaccato genuino dell'Italietta del ventennio attraverso gli occhi di un bambino di un paese del Meridione, di Canzano, suo luogo d’origine, in Abruzzo.
E, mentre sbucciamo fave e beviamo vino sul gradone di cemento armato, Pietro mi racconta che nel suo nuovo film ci riporta la storia di un uomo che alleva formiche: Emidio Ferretti, classe 1950, che è l'unico allevatore di formiche al mondo, con metodo brevettato dal 1998 dopo tre anni di intense ricerche bibliografiche e, soprattutto, di osservazione empirica del fenomeno.
Allora, invitato e presentato da Pietro, mi sposto più in là sul gradone di cementoarmato per raggiungere proprio Emidio, cui chiedo delucidazioni sul caso.
Emidio, disponibile, mi racconta che lui nasce - ed è tuttora - come apicoltore, tradizione di famiglia e passione ereditata da suo padre; e mi racconta che tra i principali antagonisti delle api ci sono proprio le formiche, che si annidano sotto i tetti delle arnie per conservare le uova approfittando del calore sprigionato dall'alveare.
Emidio mi spiega che gli apicoltori da sempre cercano di eliminare in ogni modo le formiche dai loro alveari: una guerra combattuta inutilmente con veleni e finanche con il fuoco, almeno fino al 1998, per quanto riguarda il "soldato" Ferretti Emidio, classe 1950, di Roccafluvione.
Allora il "soldato" Ferretti Emidio dice addio alle inutili e sempre perdenti armi di guerra e si mette a osservare il comportamento delle formiche che scopre essere una società simile a quella delle api, con una regina e tutti i servitori di corte al seguito, dove ogni regina ha la sua famiglia e dove ogni suo componente attende a un compito specifico, formica - mi spiega Emidio - che è un insetto impollinatore pari all'ape: Emidio in queste sue osservazioni si accorge che invero la formica non è stata mai nemica dell'ape, con la quale convive invece tranquillamente occupando solo il sottotetto dell'arnia e non entrando mai nell'alveare; formica che, come farebbe un pesce pulitore, si nutre solo delle api cadute morte fuori dall'arnia, perché la formica è un animale onnivoro.
Emidio allora crede che anche lui può arrivare a convivere con le formiche come succede con le api e cerca quindi, caparbiamente, il modo di farsele amiche; e cominciando i suoi tre anni di attente osservazioni scopre che di formiche ce ne sono nel mondo circa 12/13mila specie catalogate e che ce ne sono altre 4mila da catalogare; e scopre che le uova di formica sono molto proteiche ma non tutte commestibili: un giorno, per verificare l’appetibilità delle larve che producono le sue formiche, ne raccoglie un secchiello di quelle che sa commestibili per darle alle sue galline, che si azzuffano tra loro per riuscirle a beccare.
E tutto questo vedere e cercare di capire fino a quando nell'ottobre del 1997 crede di avere intuito il modo per riuscire a contenere le formiche e tutto il loro complesso sistema sociale dentro un’arnia, proprio come quella delle api; e dopo un anno ancora brevetta il suo metodo e comincia ad allevarle come ha sempre fatto con le api, parallelamente.
Emidio crede che questo suo metodo di allevamento di formiche sarà in futuro uno strumento utile per la lotta della fame del mondo, che salverà interi popoli dalla denutrizione attraverso la produzione controllata di uova di formiche, già consumate in diverse parti del mondo ma raccolte in natura e quindi insufficienti al fabbisogno mondiale, anche perché mi spiega che le formiche si possono allevare a qualsiasi latitudine, anche nei deserti, sapendo come fare, come lui solo sa.
In Messico, ad esempio, le uova della formica nera gigante - sempre raccolte in natura perché l'unico in grado di allevare formiche al mondo è Emidio Ferretti diRoccafluvione, geloso custode della sua faticosa scoperta, che tiene stretta dal 1998 chiusa la sicuro del suo brevetto - sono bollite o fritte nel burro, con le quali farciscono tacos o che servono in una ciotola accompagnate da tortillas a comporre il piatto nazionale messicano, l'escamoles: al gusto pare sappiano di burro e nocciola, con la consistenza al morso simile a quelladella ricotta e sono consumate in Messico da prima dell'arrivo degli spagnoli, cioè già dal popolo nauha, vale a dire dalla civiltà Azteca, che dalla California settentrionale si sviluppò nella regione mesoamericanadal secolo XIV al XVI.
Il prezzo degli escamoles, cioè delle larve di formiche nere giganti del Messico, può arrivare fino a 10 dollari l'etto.
MASSIMO RIDOLFI
SCHEDA FILM:
Titolo: Formiche, Italia, 2022
Prima Parte - "Surata" - Durata 17'
Seconda Parte –“Arianna Gentili ed Emidio Ferretti, Mirmecologo e mirmecoltore apicoltore” - Durata 15'
Regia: Pietro Albino Di Pasquale
Sceneggiatura: Pietro Albino Di Pasquale e Ambra Lupini
Riprese e montaggio: Ambra Lupini
Montaggio del suono: Marco Croci
Musiche originali: T.F.R. Guido Ianni e Davide Olori
Produzione: Comune di Roccafluvione e Associazione Educarte, con il sostegno di Fondazione Marche Cultura-Marche Film Commission e la preziosa collaborazione di Ecomuseo Monteceresa e Arci Area 54.
Ph.: Locandina del film.