"La paura è un sentimento umano che va gestito, anche Falcone e Borsellino avranno avuto paura ma non si sono arresi, non si sono voltati dall'altra parte, non hanno permesso a quella paura di impadronirsi del diritto alla libertà che, insieme, hanno onorato fino all'ultimo giorno della propria vita". Padre Maurizio Patriciello, prete anti-camorra di Caivano, ha parlato al cuore delle decine e decine di studenti teramani presenti in Piazza Martiri della Libertà a Teramo per ricordare i 30 anni dalla strage di Capaci. Bellissimo lo striscione disegnato dall'Istituto scolastico "Falcone e Borsellino che ritrare, i due giudici uccisi dalla mafia nel 1992, vicini e sorridenti. "Ecco, è quel sorriso che si incrocia con i sorrisi meravigliosi dei nostri ragazzi il messaggio più bello che ci portiamo dentro dopo questa giornata dedicata alla memoria" commenta il sindaco Gianguido D'Alberto, ammettendo il peso di indossare una fascia tricolore in una giornata in cui si ricordano due servitori dallo Stato abbandonati dallo Stato stesso: "E' sicuramente un peso ma anche un onore poter essere qui, col tricolore, a rappresentare le Istituzioni e quella parte di Stato che crede e pratica gli stessi identici valori di legalità e giustizia che Falcone e Borsellino hanno tramandato". Trent'anni fa nessuno dei ragazzi presenti oggi in Piazza Martiri della Libertà era nato, nessuno di loro ha vissuto le cronache di quei maledetti 57 giorni in cui si sono consumati gli omicidi di Falcone e Borsellino: "Proprio per questo dobbiamo continuare a parlarne e a parlargliene, non solo in questi eventi nelle piazze di tutta Italia...Devono essere le famiglie, i docenti, le comunità adulte a raccontare chi erano quei due giudici, perchè sono morti, chi li ha uccisi. E spiegare loro, con fermezza, che la mafia non è morta. Si è trasformata, uccide forse meno ma semina illegalità, terrore, dolore, isolamento ancora oggi" dichiara Luigi Leonardi, l'imprenditore anti-racket da anni sotto scorta. L'Abruzzo oggi ricorda i 30 anni dalla strage di Capaci grazie all'encomiabile opera del Premio Nazionale Paolo Borsellino fondato dal teramano Leo Nodari, un dono vero per tutti, capace in questi anni di cucire una rete scuola-istituzioni alla voce Legalità, senza tirarsi indietro mai e consentendo a chi, da 30 anni, ne segue le iniziative, di conoscere da vicino i testimoni veri della lotta alla mafia. Un Premio che premia i valori. E li porta in piazza, tangibili, perchè dirlo con uno slogan è sempre facile...dirlo con l'Esempio è molto altro.