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LikeChe un cittadino possa definire l’Università di Teramo “oggi cuore vivo e pulsante di una città sonnolenta ripiegata su se stessa”, può succedere. 

E può succedere anche che, quel cittadino, sia un ex Presidente della Provincia, appartenente allo stesso Centrosinistra dell’attuale governo della città.

Ci sta.

Succede.

Però, se quel passaggio sulla città “sonnolenta ripiegata su se stessa”, raccoglie i like di due assessori in carica,  due consiglieri comunali di maggioranza, una componente dello staff del Sindaco e una ex componente, un sindacalista importante, tre Sindaci, un consigliere regionale e una parlamentare… e tanti altri... allora, è una pioggia di autogol.

Sì, è vero, un like sui social non è un manifesto politico, ma in questa epoca “sociale”, nella quale il virtuale e il reale sono ormai totalmente compenetrati, un politico non può non sapere che ogni suo gesto, ogni sua azione, ogni sua espressione pubblica, anche un like, assume inevitabilmente una valenza politica.

E infatti, in moltissimi si stanno chiedendo perché, sotto quel post di Renzo Di Sabatino, che, alla luce della fine della vicenda giudiziaria dell’ex rettore, sottolinea quanto abbia perso Teramo, “sprecando una delle sue piu grandi occasioni degli ultimi venti anni”, ovvero Luciano D’Amico, al quale si deve “Una Università, salvata dalla chiusura ed oggi cuore vivo e pulsante di una città sonnolenta ripiegata su se stessa…” siano presenti i like, appunto, di persone che, secondo logica e politica, non avrebbero dovuto metterlo. 

Ci riferiamo agli assessori Stefania Di Padova e Valdo Di Bonaventura,  ai consiglieri comunali di maggioranza Luca Pilotti e Piergiorgio Passerini, alla componente dello staff del Sindaco Tonia Ruggieri e alla ex Francesca Gennarelli, ad un sindacalista importante come Pasquale Cantoro, ai sindaci di Pineto, Pietracamela e Bellante, al consigliere regionale Dino Pepe e alla parlamentare Stefania Pezzopane.

A loro piace, il post di Di Sabatino.

Piace anche quando scrive “Università di cui purtroppo godiamo poco a causa di meschini calcoli di piccola convenienza politica personale ed economica”.

Adesso, vedrete, non mancheranno quelli che diranno che, tra le righe (ma neanche poi troppo), Di Sabatino se la prende con la Regione, per quella “…cittadella della cultura bloccata da chiacchiere e gelosie per evitare di attribuire meriti a chi ha avuto visione e capacità di reperire le risorse necessarie”.

È vero, è colpa della Regione, e Di Sabatino fa benissimo a segnalarlo.

Ma se il “like” è per quello… è anche per “…città sonnolenta ripiegata su se stessa”.

 

Postrenzo