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Valentina Di Romano non c’è più. Aveva solo 38 anni, una bella famiglia, tantissimi amici che le volevano bene… e un solo nemico. Una maledetta malattia che, fin dalla nascita, la costringeva a combattere giorno per giorno, affidandosi a quella dialisi che, per lei, era diventata regola di vita, ma alla quale non si era rassegnata, anzi: lavorava all'Inail e della sua condizione aveva fatto uno strumento di riaffermazione di sé stessa, fino a diventare vice segretaria regionale dell’associazione degli emodializzati (Aned), perché voleva essere di sostegno e aiuto a chi, come lei, soffriva la stessa quotidianità. E non solo, perché, con straordinaria forza di carattere, della sue esperienza aveva fatto anche un libro, intitolato “Ho provato a essere normale ma mi annoiavo”, del quale così diceva: «Questa sono io. Accetto la vita per quello che mi regala e non la odio per quello che non mi dà. Affronto la malattia con il sorriso e non mollo mai!». Un libro che, in forma di romanzo, raccontava la sua vita: Con dalla scoperta della malattia a pochi mesi dalla nascita agli anni tra ospedali e quotidianità. Dall’insorgenza in età scolare dell’insufficienza renale alla dialisi, dal trapianto al rigetto e di nuovo e ancora la dialisi. Esperienze che hanno contribuito a rendere la sua storia straordinaria e le hanno insegnato ad affontare le difficoltà con il sorriso sulle labbra. Lascia il marito, Emanuele e la figlia, Chiara, mamma Anna e papà Pasquale, la sorella Silvia. I funerali si svolgeranno domani, alle 15, nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria, in piazza Garibaldi.