Rivolgo il mio più cordiale saluto ai rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine, delle associazioni, ai cittadini tutti, alle nostre ragazze e ragazzi.
Il 2 giugno del 1946, 76 anni fa, gli italiani, per la prima volta uniti nel suffragio universale, avviarono una nuova storia: sancirono l’istituzione della Repubblica, riaffermando il valore della democrazia.
Una data, quella odierna, che in questo tempo assume un significato ancor più profondo, poiché attraversiamo un periodo che ci pone difronte alla volontà, sempre più forte, di costruire insieme un futuro che possa essere privo di emergenze e di tutti quei conflitti che, purtroppo, da anni ed in questi ultimi mesi, ancor di più, stravolgono interi popoli.
Un futuro che porti con sé le risoluzioni da attuare per ciò che attiene alle difficoltà dell’economia, alle problematiche dell’ambiente, così da non creare più smarrimento a popolazioni e coscienze.
Desidero e voglio rivolgermi, oggi, ai più giovani, così da supportarli nella comprensione di questa celebrazione del 2 giugno, la festa della Repubblica Italiana, ed esortarli a rendersi interpreti dello straordinario patrimonio di libertà che proprio oggi, nel 1946, ci venne garantito: Repubblica, Democrazia, Costituzione; nulla di astratto e fugace, ma quanto di più concreto, stabile, duraturo; nulla da lasciare ad un destino di fatalità, ma patrimonio da diffondere, tutelare e custodire.
Il gesto più nobile che ciascun cittadino compie è il diritto all’esercizio del voto: questo è, care ragazze e cari ragazzi, non un adempimento cui assolvere, ma uno strumento che alimenta la nostra convivenza, nel rispetto di ciascuno.
Il diritto al voto, personale ed eguale, libero e segreto, prezioso strumento di democrazia, è al contempo un dovere che va compiuto ed assolutamente preservato da chi ancora tenta di utilizzarlo come merce di scambio, alterando le nostre volontà: l’espressione del voto deve avvenire senza alcun condizionamento.
Dico ciò proprio a Voi più giovani, poiché quel diritto al voto, attivo e passivo, chesovente diamo per assunto e al quale spesso non riconosciamo il giusto valore, fino al 1946 non era riconosciuto a tutti: l'estensione del voto alle donne fu sancita solo con decreto governativo nel 1945 e, nell’anno successivo, venne riconosciuto il diritto alla eleggibilità anche delle donne.
La libertà di poter scegliere con l'espressione del voto è il portato più significativo della democrazia, anima della Repubblica, ne è il nucleo essenziale, l'energia che la rinnova e la rafforza sempre nel tempo.
Tutto questo va custodito da ciascuno di voi come un patrimonio prezioso, poiché proveranno a comprarlo, a controllarlo viziando le vostre scelte, a scambiarlo con promesse di occupazione nel mondo del lavoro, sfruttando il bisogno con il solo fine di conservare consenso per vecchi sistemi di potere. E quando accadrà, ribellatevi e restate liberi, lo dobbiamo a chi ha sacrificato la propria vita per la nascita della Costituzione e della democrazia del nostro tempo.
Voi, ragazze e ragazzi, senza alcuna retorica, rappresentate il futuro, quel futuro che scriviamo insieme: è fondamentale ed importante che riscopriate ed attualizziate i valori della Repubblica, rendendoli vostri.
Festeggiare il 2 giugno non è un esercizio di memoria storica, ma la celebrazione del futuro della Repubblica, di cui voi ragazzi, con il vostro cuore vibrante, siete i protagonisti.
La forza della Repubblica risiede nella solidarietà e nell’unità di una comunità troppo spesso travolta da accadimenti che soltanto con la coesione e la volontà di tutti vengono arginati e gestiti.
Il rispetto della dignità della persona umana, l’uguaglianza morale e giuridica, la libertà di opinione, di stampa, di riunione, di associazione, di religione, l’obbligo e il diritto di partecipare alle scelte che toccano tutti e ciascuno, il diritto all'istruzione, alla salute, la giustizia, il riconoscimento del valore di ogni lavoro e la tutela di tutti i lavoratori, il riconoscimento della funzione essenziale della famiglia, costituiscono il sistema di principi fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione.
Quella Costituzione che tra i suoi valori ha scolpito nel suo spirito, primo fra tutti, il diritto alla felicità: perseguirlo diventa un dovere per noi istituzioni, eliminando gli ostacoli che ne impediscono il raggiungimento, perché vi sia l'affermazione della persona con le sue inclinazioni, le sue volontà, le sue possibilità.
La scuola è il luogo dove si impara ad amare tutto questo, è il luogo dove il rispetto di ruoli ed impegni si coniuga con l’affermazione della propria individuale indipendenza, dove si apprende che la libertà alimenta la convivenza, dove diventa straordinario e stimolante essere ciò che si desidera conservando una visione collettiva.
La scuola, quale luogo dove costruire e diffondere la conoscenza, è la vostra palestra di libertà da esercitare con passione, coinvolgimento, fiducia.
Lo avete dimostrato in queste settimane in cui anche a Teramo abbiamo celebrato i valori della legalità e della giustizia, nel ricordo trentennale della strage che ha ucciso Giovanni Falcone e nella rievocazione di tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per la lotta alla Mafia.
Il sorriso di Falcone e Borsellino rappresenta l'espressione più vera e più viva della Repubblica, quel meraviglioso sorriso immortale delle istituzioni sane che indicano sempre, oltre lo spazio il tempo, la parte giusta verso cui tendere, da cui stare.
Non voltatevi mai dall'altra parte, scegliete sempre di non restare indifferenti, come scelse con lungimiranza il nostro popolo quel 2 giugno di 76 anni fa, come sancisce l'anima della nostra Costituzione repubblicana, un formidabile armonico rivoluzionario capolavoro contro ogni indifferenza.
Grazie, ancora semplicemente, alle donne e gli uomini che quotidianamente difendono i valori della nostra Repubblica, ognuno nel proprio ruolo, incarnandoli nel loro agire quotidiano.
Viva il 2 giugno, viva la Repubblica, viva la Costituzione, viva l’Italia.
Gianguido D’Alberto
Sindaco di Teramo