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STADIOBONOLISLa Procura non ha fatto chiarezza su chi fu il mandante della feroce aggressione a Cetteo Di Mascio l'allenatore responsabile del settore giovanile del Teramo Calcio, avvenuta nel maggio del 2021.

Per i pm Davide Rosati e Greta Aloisi che hanno firmato la richiesta di archiviazione per Massimiliano Sposetti, imprenditore edile e all'epoca dei fatti presidente della Gioventù Teramo 1913, non fu lui il mandante dell'aggressione a Cetteo Di Mascio allo stadio Bonolis come era stato presupposto dalle indagini svolte dai carabinieri. Non fu Sposetti come era stato ipotizzato dalle indagini dei carabinieri. A Sposetti veniva contestata l'ipotesi di reato di concorso in lesioni gravissime. Concorso ipotizzato, con i due accusati di essere gli esecutori materiali del pugno dato a Di Mascio e che per questo sono stati condannati in primo grado al termine di un rito abbreviato: una pena di tre anni per il 23enne di Mosciano Alessio Guarnieri che diede il pugno, una pena di tre anni e nove mesi per il 30enne di Bellante Vincenzo Ciarelli. Per la parte offesa il giudice ha stabilito una provvisionale esecutiva di 25mila euro più il risarcimento danni da stabilirsi in sede civile.

Alla richiesta di archiviazione fatta dalla Procura ha presentato opposizione l'avvocato Giancarlo De Marco che assiste Di Mascio, scrive Il Centro oggi. L'avvocato De Marco in una corposa e circostanziata memoria inviata a dicembre alla Procura teramana aveva fatto riferimento a delle telefonate che Ciarelli avrebbe fatto a Sposetti dopo l'aggressione. «Tutto questo susseguirsi di telefonate è quanto meno strano se lo Sposetti non fosse coinvolto nell'aggressione», aveva scritto il legale.

Lo Sposetti invece aveva motivo di ostilità verso Di Mascio, evidenzia Il Centro, lui era dirigente della società, e vi era tensione al momento che quest'ultimo non aderiva alla richiesta di accettare una riduzione dello stipendio».

Spetterà al gip decidere se accogliere la richiesta di archiviazione nei confronti di Sposetti o l'opposizione presentata dalla parte offesa. Una situazione quest'ultima, che se confermata, farebbe venire i brividi a chiunque.