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Bacchelli

Non c'è atto di civiltà più grande da parte di una Comunità, di un Paese, di una Nazione, di quello di stare accanto agli ultimi; e ancora più ha valore questa azione quando è utile al sostegno, anche materiale, di un artista.

Riccardo Bacchelli (1891-1985), scrittore e figura centrale del nostro Primo '900 letterario ormai dimenticata di cui resta solo uno scampolo legislativo a ricordarcela, in realtà non godette mai del sussidio perché morì prima che la norma che porta il suo nome, promulgata dal primo Governo Craxi nel 1985, entrasse in vigore; e ciò la dice tutta sulla reale attenzione che questo paese (lascio la minuscola volutamente, a modi J'accuse!, per scelta politicaiperburocratizzato ha per i più deboli, per le fragilità e i bisogni dell'uomo che, per dannazione del Capitale, sono spesso aggravati, se non direttamente causati, dalla mancanza di mezzi economici: oggi, qui, in Italia, Repubblica democratica, un uomo o una donna non hanno diritto al pane quotidiano e alla propria dignità di esseri viventi, a meno che non lavorino, cioè a meno che non si sia complici e vittime del sistema diabolico del capitalismo, che, ancora, in questo paese sa creare solo quel tipo di lavoro che rende sempre più stanchi e inevitabilmente più poveri, che sa solo ammalare l’animo umano, unico caso registrato nel Primo Mondo, cioè quello industrializzato.

AldonoveL'uomo, che sia chiaro una volta per tutte, non è fatto per il lavoro e non lo nobilita affatto lavorare per il Capitale; il lavoro è la sua pena imperitura dalla quale, però, Cristo lo ha liberato ma non il capitalista: "Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?Non preoccupatevi dunque dicendo: 'Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?'. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena."1ricorda ogni giorno il Vangelo ai cattolici italiani, i più sordi tra i cristiani.

Ma poi arrivò Karl Marx (1818-1883) che con la teorizzazione della lotta di classe quindi dell'odio di classe, cioè dell'uomo mangia uomo e quindi dell’uomo cannibale, ha mitizzato la figura dell'operaio finendo per farne carne da macello a buon prezzo per la cucina del Capitale: credo questo sia il più grande dei crimini commessi contro l'umanità, cioè far credere all’uomo che l’uomo sia il suo lavoropensiero al quale ho dato ampia forma drammaturgica nel mio "il Capitale".

Ma atterrando ora su questa Nostra assai triste realtàquotidiana eda quotidiano, ho visto molti commenti, buonisti e cattivisti – vale a dire il peggio di questo paese –a proposito del riconoscimento del beneficio della Legge Bacchelli – che soccorre su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri cittadini illustri che versano in stato di grave bisogno, ai quali viene riconosciuto un vitalizio di 24mila euro lordi l'anno –appena concesso allo scrittore Aldo Nove, di cui però non conosco l'opera avendolo sempre percepito, come prima di lui anche Dario Bellezza (1944-1996), figlio del "pasolinismo" che mai stuzzica il mio interesse critico perché produce nella Nostra letteratura qualcosa di assolutamente, precisamente atteso; ma non è questo il motivo del mio interventoperché io qui tratto dell’uomo.

Quindi, tornando alle fragilità, quello che più mi schifa di questo paese è che non ci sia il benché minimo rispetto della dignità della persona, che è quella cosa che biecamente chiamiamo privacy: mi fa schifo uno Stato che non tutela la riservatezza di un uomo in difficoltà che chiede aiuto e che viene aiutato dandolo però in pasto, per nome e per cognome, alla cattiveria gratuita che ci popola, portando con la carità l’ulteriore aggravio di pena.

Quello che deve interessare è solo il fatto che un uomo,oggi,chiunque esso sia, è libero di nutrirsi, di avere il diritto di vivere senza rispondere agli obblighi del Capitale, e questo è l’atto più civile che una Repubblica possa produrre; e tutto ciò avrà sempre il mio personale sostegno estetico etico e morale, incondizionatamente!

Bisogna allora urgentemente pensare e mettere in atto un nuovo modello di societàsalvaguardia di tutti, senza più il necessariosoccorsoad personamsulla scorta di leggi speciali, società che non può più essere quella del Capitale: è evidente.

Allora auguro lunga la vita ad Aldo Nove e che presto possa superare ogni sua difficoltà, fino alla perdita dei requisiti di ordine personale e patrimoniale che giustificano il sostegno, il civile soccorso, appena ricevuto come previsto dalla Legge Bacchelliche Dio ti aiuti!

MASSIMO RIDOLFI

1 Matteo 6, 25-34
Ph.: 1 Riccardo Bacchelli
Ph.: 2 Aldo Nove