Cara Manuela,
dover tornare a scrivere di te oggi che non ci sei più non è né facile né giusto.
Perchè la vita dovrebbe premiare e non condannare.
Dovrebbe essere felicità e non sofferenza.
Dovrebbe regalare sogni e non spezzarne tanti, troppi.
Cara Manuela,
per me resti una straordinaria compagna di corso all'UniTe, giornalista e collega, poetessa, scrittrice, grande lottatrice.
Di quelle lotte che solo chi attraversa la malattia può ingaggiare. E non tutti lo fanno. Tu lo facevi con coraggio.
Magari tra una poesia e un articolo, tra un viaggio e una partita a burraco.
Parleranno di te in terza persona, oggi: Manuela Romitelli non c'è più. E con lei se ne va quell'esempio di giovane donna grintosa e sensibile, solo all'apparenza introversa e silenziosa. Capace di Amicizia, quella sincera, schietta, senza fronzoli.
Diretta come te. Perchè per le maschere, in una vita di coraggio e dolore, non c'è né tempo né spazio.
Cara Manuela,
a chi vive la distrofia muscolare facio-scapolo-omerale lasci in eredità un grande esempio. A chi non la vive ne lasci uno più importante: essere grati alla vita, sempre. Nonostante tutto. Nonostante tutti.
Buon viaggio Manuela,
Ora sei libera.
E voglio ricordarti con una delle tue bellissime poesie, dedicate a L'Aquila e a quella notte senza fine...