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manuelaromitelli1

Cara Manuela,

dover tornare a scrivere di te oggi che non ci sei più non è né facile né giusto.

Perchè la vita dovrebbe premiare e non condannare.

Dovrebbe essere felicità e non sofferenza.

Dovrebbe regalare sogni e non spezzarne tanti, troppi.

Cara Manuela,

per me resti una straordinaria compagna di corso all'UniTe, giornalista e collega, poetessa, scrittrice, grande lottatrice.

Di quelle lotte che solo chi attraversa la malattia può ingaggiare. E non tutti lo fanno. Tu lo facevi con coraggio.

Magari tra una poesia e un articolo, tra un viaggio e una partita a burraco.

 Parleranno di te in terza persona, oggi: Manuela Romitelli non c'è più. E con lei se ne va quell'esempio di giovane donna grintosa e sensibile, solo all'apparenza introversa e silenziosa. Capace di Amicizia, quella sincera, schietta, senza fronzoli.
Diretta come te. Perchè per le maschere, in una vita di coraggio e dolore, non c'è né tempo né spazio.

Cara Manuela,

a chi vive la distrofia muscolare facio-scapolo-omerale lasci in eredità un grande esempio. A chi non la vive ne lasci uno più importante: essere grati alla vita, sempre. Nonostante tutto. Nonostante tutti.

Buon viaggio Manuela,

Ora sei libera.

E voglio ricordarti con una delle tue bellissime poesie, dedicate a L'Aquila e a quella notte senza fine...

 

TRE E TRENTADUE
Innalzi lo sguardo più su
dove un punto non c'è più
Una forza senza memoria
per ogni singolo respiro
che trema
Pioggia di selci
diventano lacrime di angeli
da portar via
Ci saranno rose
e una piccola poesia
che non perdonerai
nel dolore che non si arresterà
Il segno rimarrà
come solchi nella neve
svanirà nella via infinita
Un sogno già perduto
per chi è volato nel tempo
di una vita sfiorata
Un volo librato
planerà
nell'azzurro indefinito
di un'Aquila ferita
Nel sole risorgerà miracolosamente
il suono di un bambino
uomo di domani
L'Aquila volerà ancora
dipingerà il suo volo
chiamando amore
qualcosa da sperare
 
gasparastampa