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Nulla cambia alla voce Betafence visto che sono stati confermati gli esuberi del 2025, la volontà di dismettere linee produttive e di vendere un capannone a fronte di un'ipotesi di investimento di appena un milione di euro. Spiccioli per i posti di lavoro, se il 70%, come paventato, verrà investito su un'unica linea produttiva a scapito di reparti dismessi che, invece, in altre aziende vicine, restano più che nevralgici e occupano decine di addetti. Perchè a Tortoreto ciò non accade?

Si esce, per l'ennesima volta, con un nulla di fatto dal tavolo che si è svolto in presenza, oggi a Pescara, tra i vertici di Betafence Italia, i rappresentanti provinciali di Fiom Cgil, Natascia Innamorati, FIM Cisl, Marco Boccanera, e Uilm Uil, Gianluca Di Girolamo, l'assessore regionale alle Politiche del Lavoro, Pietro Quaresimale insieme al collega alle attività produttive e allo sviluppo economico, Daniele D'Amario. I due hanno messo a disposizione di Betafence tutti gli strumenti possibili, a cominciare dalla possibilità di accedere ai fondi previsti dalla nuova programmazione europea FSE e FESR 2021-2027 per investire in nuove strumentazioni, nuove tecnologie, per aggiornare il sito. Per la serie, se volete continuare ad investire su Tortoreto ci sono fondi a disposizione. La domanda resta sempre la stessa, anche dopo il tavolo odierno: Betafence Italia che cosa vuole fare veramente?

Oggi è stato ripresentato un identico piano industriale che i sindacati definiscono “un piano sociale visto che accompagna alla porta decine di lavoratori” e per questo motivo è un piano “che non intendiamo accettare, visto che non si prevede alcuna garanzia per i lavoratori e per la sopravvivenza operativa del sito di Tortoreto” dicono i sindacati. Il piano prevede che, da qui al 2025, si passi da 123 lavoratori (di cui solo 6/7 oggi sono operativi su unica linea produttiva e gli altri a casa, con contratto di solidarietà prorogato fino a giugno 2023) a 84 lavoratori. I rappresentanti di Betafence hanno chiesto tempo per riferire ai vertici e valutare il da farsi, alla luce della disponibilità dei fondi prospettata da D'Amario e Quaresimale. I sindacati chiedono che, fino a quando non sarà presentato un vero piano industriale, si blocchi qualsiasi iniziativa di dismissione di immobili e reparti, altrimenti sarebbe un punto di non ritorno e il rilancio di Betafence non sarebbe più praticabile. Il tavolo si riaggiornerà a breve. 

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