Stato di emergenza per la siccità. Ora se ne parla apertamente. l'agricoltura è in ginocchio, gli incendi stanno martoriando molte aree del Paese, i sindaci, a macchia di leopardo, stanno intervenendo con una serie di misure che vanno dalla chiusura delle fontane pubbliche al divieto di lavare la macchina. E in parallelo c'è anche l'allarme caldo di cui parla il Ministero della Salute, con l'anticiclone africano che insisterà nel Centro Sud fino ai primi di luglio, con picchi di 40 gradi. Per la siccità servirà un intervento coordinato che potrà passare, già dalla prossima settimana, dalla dichiarazione dello stato di emergenza. Ieri lo ha detto anche Massimiliano Fedriga, che oltre a essere governatore del Friuli-Venezia Giulia è presidente della Conferenza delle Regioni: «Abbiamo già parlato con il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Penso che fra qualche giorno o settimana verrà proclamato lo stato di emergenza, se la situazione continua in questo modo». Proprio Curcio, intervistato da SkyTg24, ha confermato questo scenario: la prossima settimana o, al massimo quella successiva, ci sarà la dichiarazione dello stato di emergenza. A vararla dovrà essere il consiglio dei ministri. La calamità riguarda principalmente l'agricoltura, la produzione agricola e prevede un indennizzo, mentre lo stato di emergenza è un qualcosa di più complesso perché prevede misure differenziate, requisiti da avere, una sorte di asticella tecnica. Lo stato di emergenza, tra l'altro, consentirà di coordinare gli interventi, far dialogare le differenti Regioni in un'ottica di collaborazione e solidarietà.