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Si è congedato dalla sua parrocchia di Livorno, quella di Santa Rosa, e torna nella sua confraternita, tra i passionisti, in Abruzzo, nella terra di San Gabriele. Maurizio De Sanctis, l’indimenticabile “Padre Nike”, lascia dopo dodici anni una comunità della quale era diventato punto di riferimento, con un impegno straordinario quanto straordinari sono stati i suoi risultati. Prima di andar via, così come disposto dal vescovo di Livorno a maggio, per un trasferimento che lo vedrà assegnato alla Comunità di Fossacesia, ha scritto una splendida lettera ai suoi parrocchiani.
Crediamo sia doveroso offrirvene la lettura:

Carissimi

Quando sono arrivato tra voi ho trovato una parrocchia vuota di fedeli, povera spiritualmente ed economicamente. Pochissima gente frequentava la parrocchia. Le celebrazioni domenicali erano ridotte al minino e quelle feriali quasi inesistenti. In questi anni vi ho visto crescere di numero, al punto da dover progettare persino l’allargamento della Chiesa. Un progetto mai realizzato perché il numero dei fedeli si era oramai stabilizzato. Stabilizzato il numero dei fedeli mi sono preoccupato per la vostra crescita spirituale e umana. Ho messo al centro di questo progetto l’Eucarestia, sia celebrata che adorata. Ho curato particolarmente la celebrazione dell’Eucarestia coinvolgendovi e lasciandovi avvolgere dal mistero celebrato. Spesso sono stato considerato troppo esigente con alcuni ritardatari, ma il mio intento era unicamente spirituale, perché nulla andasse perduto di quando è celebrato e adorato. Le Adorazioni Eucaristiche, particolarmente partecipate, e spesso gremite di fedeli, anche di altre città, sono state fonte di crescita spirituale anno dopo anno: dalla ricerca di Gesù alla scoperta del Padre, dall’esperienza dello Spirito Santo alla vita nuova nel Signore Risorto. I temi della Passione di Gesù, della vita oltre la morte e i seminari di guarigioni ci hanno accompagnato passo dopo passo. La Parola di Dio è stata sempre al centro del nostro percorso, pronta a illuminare il nostro cammino di fede. Un cammino meravigliosamente bello: abbiamo toccato con mano la grazia di Dio! Un cammino anche faticoso: qualche volta vi ho dovuto portarvi sulle spalle! Ogni anno abbiamo celebrato la festa della nostra patrona Santa Rosa da Viterbo: illustri ospiti hanno animato la festa e testimoniato la loro fede. La comunità parrocchiale è divenuta una vera e propria famiglia pronta ad accogliere tutti, soprattutto quelli che si sentivano soli. In questo senso la Chiesa è divenuta un punto di incontro e di conoscenza reciproca: molte famiglie si sono conosciute in parrocchia. I tanti bambini, ragazzi e giovani presenti nella vita parrocchiale hanno edificato la fede dei più adulti e anziani. Alcuni giovani si sono distinti per il loro servizio e la loro presenza in parrocchia. I tanti campi scuola, la formazione spirituale e umana, hanno arricchito la vita di tanti ragazzi. Molti di loro hanno edificato anche me, e li porto nel cuore come un vivo ricordo. L’amore allo Spirito Santo, la devozione alla Madre di Gesù e ai santi Passionisti hanno reso questa parrocchia particolarmente bella, e direi con una marcia in più. Attualmente la parrocchia di Santa Rosa è una delle più frequentate e partecipate della diocesi e città di Livorno. Lascio una parrocchia ricolma di fedeli cresciuti spiritualmente, insieme al suo pastore, anche se preferisco definirmi “cane” del Buon Pastore, sempre pronto a difendere e proteggere le pecorelle del Buon Pastore.
Da un punto di vista economico, quando sono arrivato tra voi, ho trovato un vero e proprio disastro: tre mutui bancari da pagare mensilmente, l’oratorio pignorato e nessun fondo per pagare le bollette scadute da diversi mesi: siamo rimasti senza luce e gas per diversi giorni. Inoltre, vi erano lavori urgenti da fare, sia per il decoro della Chiesa, sia per la sicurezza dei locali, e così ottenere l’agibilità. La Chiesa, i locali e la casa canonica erano infatti inagibili. Mi sono affidato alla Provvidenza e al vostro buon cuore, sempre generoso, e nel giro di pochi anni abbiamo accorpato il mutuo in uno, e poi estinto definitivamente. Naturalmente non sono mancati i sacrifici, e i momenti di sconforto, ma la fiducia in Dio e l’amore per la comunità parrocchiale mi hanno sempre sostenuto e spinto ad andare avanti. Dopo aver estinto il mutuo, ho cercato di mettere da parte i soldi per completare i lavori della Chiesa. Mi sono proposto di non fare nessun lavoro senza i soldi disponibili, ma messi da parte i soldi avrei continuato i lavori necessari. Con questa logica ho realizzato il nuovo piazzale della Chiesa rivestendo il grezzo e pericoloso cemento armato con mattonelle di cotto; ho rivestito l’orrenda lamiera di zinco del controsoffitto della Chiesa, con un cartongesso molto elegante che incorpora il nuovo impianto delle luci led. Questo nuovo impianto elettrico, costato non poco, ma di notevole risparmio energetico, ha delle caratteristiche uniche, come quello di illuminare la Chiesa con i vari colori liturgici. Inoltre, abbiamo riverniciato l’intera Chiesa più volte, sia all’interno, sia all’esterno. La cura della Chiesa è sempre stata una delle mie prerogative: la pulizia, l’ordine, i fiori, i colori, ecc. sono sempre stati curati con grande attenzione. In questi ultimi anni abbiamo realizzato anche una stupenda vetrata dedicata allo Spirito Santo, e posizionato attorno all’altare i dipinti dei Santi passionisti, livornesi, tradizionali e attuali che hanno enormemente abbellita la Chiesa di colori e calore. Non posso naturalmente fare un elenco completo dei lavori fatti in Chiesa, nei locali della parrocchia e in casa canonica, ma voglio sottolineare che tutto questo è stata opera della Divina Provvidenza: il Signore non ci ha mai abbandonato! E’ sempre stato generoso con noi... perché noi lo siamo stati con Lui! Pur essendo poveri e indebitati abbiamo salvata una bambina destinata all’aborto, ci siamo presi cura di lei e della sua famiglia, facendola nascere. Ogni giorno ci prendiamo cura dei poveri della parrocchia: famiglie che non arrivano alla fine del mese, papà senza lavoro, bambini senza giocattoli... per non parlare delle missioni dei passionisti, della costruzione dell’ospedale, della nuova Chiesa in Romania, ecc... La generosità del Signore si è riversata su di noi! Il Signore è sempre generoso con quanti sono generosi con Lui e con i sui figli! Attualmente la parrocchia ha un attivo di oltre 60,000,00 euro, con tutti i lavori fatti e pagati.
Grazie della vostra generosità! Grazie perché mi avete fatto sentire in famiglia sin da subito. Grazie per questo lungo, e insieme breve, cammino della vita vissuta insieme. Grazie per aver camminato insieme, tra le gioie e le fatiche di ogni giorno. Ogni giorno vi affidavo al Signore… e continuerò ad affidarvi a Lui, non più come parroco, ma come padre, amico e fratello. Grazie ai collaboratori del consiglio pastorale ed economico, sempre disponibili e pronto a tutto. Grazie al gruppo del catechismo, ai catechisti e ai bambini che ci hanno insegnato a farci piccoli per il regno dei cieli. Grazie al gruppo dei ragazzi e dei giovani che hanno reso questa parrocchia particolarmente vivace e dinamica. Grazie al gruppo degli scout per le loro animazioni sempre originali. Grazie al gruppo del Cuore Immacolato per averci fatto riscoprire la preghiera mariana. Grazie alla Caritas parrocchiale che non ha mai fatto mancare il pane e l’affetto quotidiano. Grazie a voi che siete qui, e a quelli che sono li, in cielo, e che hanno fatto un tratto di strada con noi. Grazie personalmente e singolarmente a ognuno di voi. Dovrei fare un lungo elenco di nomi… Nomi che non riporto volutamente in questa lettera perché “sono stati scritti nel cielo”. Grazie a voi per avermi amato, perdonato e persino coccolato (mi riferisco soprattutto alle nonnine e alle mammine). Grazie a voi per avermi fatto sperimentare l’infinita provvidenza della spesa sempre pronta, delle cene in compagnia, delle feste in allegria. Grazie! Grazie! Grazie!
Volevo conclude questa lettera di saluto come ho concluso il mio ultimo libro: “Dal Vangelo secondo gli animali” ricordando due meravigliose creature che ci hanno fatto compagnia in questi anni: Aron e Miska.
“Pregando, pregando, anno dopo anno, giorno dopo giorno, ora dopo ora, i cieli nuovi e la terra nuova prendono sempre più forma e vita. E a me non resta che continuare a sognare la mia slitta trainata da Noè e Aron, sotto la guida indiscussa della mia dolce Miska! Tranquilli! Vi darò un passaggio per attraversare il ponte dell’Eternità!”

Vostro affezionatissimo “cane” del Buon Pastore
Padre Maurizio De Sanctis

 Padre Nike lascia una parrocchia nella quale lo seguiva, nelle messe domenicali, un pubblico da stadio e nella quale aveva ricevuto, cinque anni fa, da Papa Francesco la nomina a ‘missionario della Misericordia’. Una nomina pontificia che gli conferiva - primo sacerdote per la diocesi di Livorno – la capacità di assolvere in confessione i cinque peccati per i quali la assoluzione e di competenza dell’erede di Pietro. Proprio Papa Francesco, nell’annunciare il Giubileo Staordinario della Misericordia, aveva introdotto la figura del ‘missionario della Misericordia’ facendo riferimento a sacerdoti che con la loro testimonianza – in special modo nelle periferie – hanno reso evidente il valore stesso della Misericordia. E Padre Maurizio De Sanctis era uno di loro.
Il ritorno di padre Nike in Abruzzo è, per il passionista, più di un ritorno a casa. Sia perché è abruzzese, di Chieti, sia perché a San Gabriele ha vissuto un momento importantissimo della sua vita : «È qui che mi sono ritrovato d’innanzi ad un giovane santo che per di più aveva il soprannome di “ballerino”, gli piaceva molto la danza, il teatro, infatti aveva fatto uno spettacolo e dopo era entrato in convento dai passionisti e nel giro di 6 anni è diventato santo. Era un ragazzo dal cuore d’oro, amava la vita ed era il leader delle compagnie. Mi ci sono ritrovato molto in lui. Quello che mi è successo in quel luogo, durante la santa messa è stato un qualcosa di straordinario e per molti anni l’ho tenuto solo per me. Poi ho deciso di raccontarlo nel mio libro.
Mi trovavo davanti all’altare mentre c’era la celebrazione dell’eucarestia, sentivo nel cuore che il Signore mi chiedeva “Entri o rimani fuori?” Iniziai a non sentirmi molto bene, ero invaso spiritualmente e ad un certo punto ho sentito una voce forte e chiara che mi diceva “Ma ci rimani con me si o no?” Ho alzato lo sguardo e mi è sembrato di vedere in visione San Gabriele, io ho risposto “Si ci rimango”. In quel luogo ho deciso definitivamente di entrare in convento e lasciare la danza».

Bentornato Padre Nike