Cinque anni. Ha solo cinque anni, ma ha già visto il mondo dalla vetta del nostro Gigante che dorme. È un bambino romano, si chiama Lelio Massimo e sul Gran Sasso c’è salito davvero, scalando, in cordata con il padre, ma autonomo nelle prese e nella salita. Un “ragnetto” agilissimo… con il sangue blu. Sì, blu, nobile di antica stirpe, visto che il nome completo è Lelio Massimo di Roccasecca dei Volsci, famiglia tra le più antiche della nobiltà romana, con una sfilza di titoli (Principi romani, principi di Arsoli, Lauro, Marzano, Prossedi e Triggiano, Duchi di Anticoli Corrado, Calcata e Rignano, Machesi di Calcata e Ortona, Conti di Ursenbeck e Baroni di Pisterz), e il piccolo scalatore è figlio del principe Valerio Massimo di Roccasecca dei Volsci, alpinista esperto con all'attivo diverse spedizioni sull'Himalaya tra cui Everest e K2. Aveva già portato il piccolo Lelio sui nostri monti, due anni fa, facendogli scalare a tre anni il Monte Aquila, ma con la promessa di tornare per salire sul Gran Sasso. E così è stato. Dodici ore tra salita e discesa (per la via normale) con partenza da Campo Imperatore. Il piccolo principe è probabilmente il più giovane alpinista mai salito sulla vetta del Gran Sasso.