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Il personale di Anas ha preso fisicamente possesso delle autostrade A24-A25, subentrando a Strada dei Parchi del gruppo Toto da oggi. L'operazione, stabilita dal decreto legge che il Consiglio dei ministri ha approvato revocando la concessione in maniera unilaterale, si è svolta in maniera ordinata e senza intoppi.
Nel frattempo la politica si confronta sulle opportunità che si aprono, soprattutto rispetto alla messa in sicurezza dell'infrastruttura attesa ormai da dieci anni.
Nessun aumento dei pedaggi per tutto il 2022, controllo immediato delle criticità e velocizzazione dei lavori per mettere in sicurezza l'autostrada che collega Lazio ed Abruzzo. Dopo il provvedimento varato giovedì pomeriggio da Palazzo Chigi con la revoca della concessione, la società pubblica non ha perso tempo, mandando i suoi uomini, accompagnati dagli agenti della Digos, nelle sedi della società Strada dei Parchi, e assumendo di fatto il controllo delle operazioni.
Non solo sono stati richiesti i documenti sulle manutenzioni di ponti e gallerie, lo stato di avanzamento dei lavori e tutti i contratti in corso, ma è stato fatto il punto sulle priorità, ovvero su quei tratti di autostrada a maggior rischio sismico che vanno tutelati. Lo scopo dell'esecutivo, dopo una attenta valutazione della situazione, mira infatti a completare tutta una serie di interventi che stavano andando a rilento su viadotti e svincoli autostradali. Si tratta di una operazione complessa perchè, come noto, scrive Il Messaggero, buona parte dei 280 chilometri di autostrada sono in montagna e in una zona fortemente sismica. Da qui la necessità di tagliare i tempi e agire in fretta. Anche perchè Strada dei Parchi, che appartiene alla famiglia Toto, in assenza di segnali da parte del governo aveva in qualche modo rallentato il passo evidenzia il quotidiiano romano. Ora, di fronte alla statalizzazione, i privati invocano un indennizzo record di 2,4 miliardi di euro, negando ritardi sui cantieri e inadempienze contrattuali. Anzi. Accusano lo Stato di non aver consentito alla società di muoversi, creando invece un gigantesco contenzioso legale. A partire dal reiterato congelamento dei pedaggi. Soldi, spiegano dal gruppo Toto, che dovrebbero risarcire la mancata remunerazione degli investimenti, i mancati introiti futuri.