Ho sempre considerato Ivan Graziani tra i primi 5 interpreti della storia del Rock 'n' Roll, e la sua voce, e le sue canzoni, e la sua chitarra, sono sicuramente di una originalità impareggiabile.
I suoi testi poi: Ivan aveva una capacità narrativa – di racconto proprio – nello spazio stretto di una canzone che non ha eguali nella storia della musica, e di chiaro valore letterario.
Ivan è nato a Teramo il 6 ottobre 1945, ed è cresciuto a Teramo, e a Teramo parlava la sua lingua madre: il dialetto teramano.
E tornava spesso a Teramo, appena poteva: passava alla Casa del Pane di Piazza Verdi a comprare quei grossi biscotti per il latte che trovava solo lì, ad esempio. O si faceva una salita e una calata per il Corso (Corso San Giorgio, N.d.R.) con il suo grosso, pelosissimo cagnone al guinzaglio, un bobtail.
Da ragazzo passava le sue giornate sotto il Ponte a Catene. Viveva con la famiglia poco distante, all'inizio di Via Campo Boario– il padre Paolo era un noto fotografo della città, fotografo di matrimoni: l'ultimo servizio fotografico prima di andare in pensione e chiudere il suo studio in Via San Berardo, nei locali sotto il seminario,lo fece per il matrimonio di mia sorella Antonietta, ed ebbe la cura di firmare ogni foto a manoGraziani ’86, in basso a destra, come farebbe un pittore sul proprio quadro. E da ragazzo Ivan passava le sue giornate sotto il Ponte a Catene perché sui sassi levigati dal Fiume Tordino cercava di invecchiare i suoi jeans, che allora esistevano solo di colore blu scuro, una tinta così forte che tingeva anche le gambe a portarli, e la tela era dura, quasi abrasiva: i jeans nascono come pantaloni da lavoro, resistenti, quasi inconsumabili. Quel ragazzo che i compagni dicevano un po’ strano, eccentrico, sempre con la testa tra le nuvole; e quel tono di voce poi, quasi da femmina, dentro l’aspra virilità sempre esposta della provincia italiana, soprattutto se meridionale, perché è dalla provincia di Teramo, ultimo baluardo borbonico, che inizia il Mezzogiorno d’Italia. Mentre quel ragazzo era invece già l’avanguardia di questo Paese, e lo è ancora Ivan Avanguardia: basta ascoltare una sua canzone per rendersene conto.
E Ivan era lì, d'estate, a strusciare i suoi blue jeans sulle pietre levigate dal Tordino sognando Elvis Presley, facendo sogni di Rock 'n' Roll, sognando l’America: sono certo che a Elvis sarebbe piaciuto cantare le sue canzoni, dagli incisi esatti, dai riff irresistibili, melodia e armonia in equilibrio perfetto; sì, a Elvis sarebbe sicuramente piaciuto cantare le canzoni di Ivan.
Ma quanto sono belle le canzoni di Ivan, Elvis? Sì, chiedo a te, lassù, che adesso vi siete finalmente incontrati. Così moderne, che sembrano scritte oggi perché sempre composte coniugate al futuro.
Ma Ivan è, a pensarci bene, il cantautore più originale della storia del Rock 'n' Roll perché gli faceva schifo la droga, e lo diceva apertamente ad ogni suo concerto: "L'unica cosa che vi deve fare sempre schifo nella vita, è la droga!" diceva, con gli occhiali rossi, il chiodo e la chitarra elettrica a tracolla, che suonava da Dio del Rock 'n' Roll.
Questa che segue, tra i suoi molti capolavori, è la mia canzone preferita.
E qual è la vostra?
E qual è la tua, Elvis?
CIAO TATÌ!
«Mi ricordo il suo viso scuro come un temporale
Viso tondo da cherubino in un giudizio universale
Bionda come una svedese e fianchi teneri per giocare
Un metro e sessanta di dolcezza, ma nata anche per comandare
Dada aveva un dono grande, quello di saper parlare
E a convincere la gente nessuno la batteva
E a trovar conforto in tutto quello che diceva
Era assai più facile che bere un bicchier d'acqua
Dada è buona, Dada è buona, Dada è buona assai
Dada ti butta giù, ti tira su, ti cava fuori dai guai
Dada è buona, Dada è buona, Dada è buona assai
E fu così che si innamorò di Ivette senza tette
Fu un rapporto torbido fra cugine strette
"Oh, Ivette, Ivette, Ivette, Ivette, Ivette senza tette
Smetti di bucarti, hai solo quindici anni"
"Ma non vedi che ti guardo, ma non senti che ti parlo?
Non ci andare, non lasciarti andare, io ti guarirò"
"Non andare più da loro, la tua vita è importante
Questa volta, te lo giuro, andrò io al posto tuo"»
MASSIMO RIDOLFI
IVAN GRAZIANI, Dada, Viaggi e Intemperie, 1980: https://youtu.be/E04fA0ywVtM