Il 19 luglio del 2022 cadrà il centenario della conquista della parete Nord-Est del Corno Grande da parte di un gruppo di soci del CAI e della SUCAI (Sezione Universitaria del CAI) di Roma guidati da Enrico Jannetta. Il teatro dell’impresa è rappresentato dal cosiddetto “Paretone” la più grande parete di roccia dell’Appennino che, con i suoi 1.600 metri di dislivello, può competere con analoghe formazioni rocciose delle Alpi. L'impresa ebbe ampia risonanza nell'ambiente alpinistico nazionale e fu riportata, con la dettagliata relazione di Jannetta, sulla rivista del CAI del Novembre-Dicembre 1922.
Non vi è dubbio, quindi, che si tratti di un anniversario importante, non solo per il Club Alpino Italiano e per la Sezione di Isola del Gran Sasso che lo rappresenta sul nostro principale massiccio montuoso, ed ha voluto ricordare questo importante avvenimento, ma per tutti gli amanti della montagna ed in particolare del Gran Sasso. Un anniversario che quindi merita di essere ricordato nel modo più opportuno ed a tal proposito abbiamo predisposto questo comunicato affinché possa essere dato adeguato risalto alla notizia.
Era il luglio del 1922 quando, Enrico Jannetta, a capo di una comitiva composta di altri cinque alpinisti appartenenti alla SUCAI di Roma, era sul Gran Sasso per esplorare nuovi itinerari. Insieme a Michele Busiri, Mario Giaquinto, Raffaello Mattiangeli, Raffaele Rossi e Giulio Tavella, il 19 luglio compì la prima assoluta al Paretone del Corno Grande, una via lunghissima con passaggi di secondo e terzo grado. Provenienti in precedenza dal Rifugio Duca degli Abruzzi, e scesi a Casale San Nicola per Vado di Corno, dopo un giorno di riposo, attaccano di buonora alle 4:00 del mattino. L'inizio è costituito da prati ripidi, che man mano diventano ripidissimi, poi un canale roccioso, da superare in traversata a cui segue una parete di ripidissima terra. Jannetta si lega con Busiri e Giaquinto, mentre Tavella con Mattiangeli e Rossi. In cordata, la comitiva supera un “ampio ed inclinatissimo lastrone, che si stende sotto un'alta parete a strapiombo, e che, per essere coperto di minuto ed instabile detrito, richiede attenzione e manovre di sicurezza”. Poi le rocce migliorano, incontrano e superano un nevaio perenne, si inoltrano nell'enorme canalone della parte alta, chiamato oggi Canale Jannetta, da cui sbucano sulla cresta e, seguendo la via classica, giungono sulla vetta Orientale. Sono le 15.30, hanno affrontato 1.600 metri di dislivello e quasi quattro chilometri di via. Alle 19.30 il gruppo è di ritorno al Duca degli Abruzzi. Tornerà il giorno dopo a Casale San Nicola a riprendere le tende ed altro materiale nascosto nel bosco prima dell’ascesa.
La Sezione Cai del Gran Sasso ha già avuto modo di celebrare la ricorrenza nell’ambito della tradizionale Festa della Montagna, organizzata dall’Amministrazione Separata (ASBUC) di Casale San Nicola, nel comune di Isola del Gran Sasso il giorno 9 luglio 2022, nel corso della quale, attraverso la presentazione del libro “IL PARETONE DEL GRAN SASSO D’ITALIA nel centenario della prima ascesa nel 1922”, curato dal nostro socio Luigi Possenti, sono state ricordate, a partire da quella prima ascesa di cento anni fa, molte altre imprese svolte nel meraviglioso scenario rappresentato dal Paretone. Sia quelle realizzate agli albori dell'alpinismo sul Gran Sasso più di un secolo fa, che quelle realizzate dai protagonisti di oggi, senza dimenticare i soci della nostra Sezione che proprio grazie all'incontro con Jannetta, in soggiorno ad Isola all'inizio degli anni Settanta, furono indirizzati ed iniziati ad un alpinismo consapevole che certamente fu da stimolo alla creazione della Sezione del Club Alpino Italiano ad Isola del Gran Sasso. L'incontro ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle Istituzioni locali, del CAI Abruzzo e di alcuni protagonisti delle imprese ricordate, e soprattutto un ospite d’eccezione, Sandro Jannetta, figlio di Enrico e socio CAI da 65 anni, che nel suo intervento oltre al ricordo del padre e di quell’impresa, realizzata prima della sua nascita, ha raccontato ai molti amanti della nostra Montagna presenti, della nascita della SUCAI negli ambienti universitari della Capitale e degli albori dell’alpinismo romano sul Gran Sasso.