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editorialeIeri sera, mi sono goduta le “virtù estive”. Seduta ad un tavolino del bar della piazza , ho seguito a debita distanza, ma con attenzione tutto lo svolgersi di quella che - secondo l’assessore Filipponi - è la grande novità dell’estate teramana. Le “virtù estive”. Si tratta, in sostanza, di questo: sul palco di piazza Martiri, davanti ad un pugno di sedie, un anziano signore divenuto famoso  come critico gastronomico e oggi organizzatore con profitto di eventi, intrattiene una platea semivuota (più vuota che semi) invitando persone che si complimentano con lui e con l’assessore per la bella riuscita di una manifestazione che riuscita non è. Perché manca il pubblico. “Non abbiamo voluto fare una sagra - dicono gli assessori Core e Filipponi al solito, tanto compiacente quanto ininfluente foglio stampato - ma una manifestazione culturale”. Ed è vero: alle sagre la gente si diverte e mangia. E paga. Le Virtù estive, invece, offrono assaggi. Perché alla sparuta platea, viene anche offerta, così “a mano”, senza un tavolino (altro che sagra!) una porzioncjna del piatto del giorno. Il tutto, nel pressoché assoluto disinteresse della piazza, che vede i bar molto più affollati della platea delle virtù estive… alla fine sembra di stare in un parco pubblico, nel quale la gente passeggia, gioca, chiacchiera e…in un angoletto lontano, c’è un palchetto con uno spettacolino. Quanto costano le Virtù Estive? L’anziano signore, sul palco la prima sera, ha più volte ringraziato Filipponi & c. perché “per la prima volta ci hanno dato totale carta bianca”. Ecco, quanto ci costa tutta questa carta bianca? Considerando che le "degustazioni" al Castello si pagano (4 euro il calice e 5 euro le bruschette), quanto costa la tristezza in piazza delle virtù estive?