"Debolezze tu non ne avevi. Io ne avevo una: amavo."
BERTOLT BRECHT (1898-1956)
Quello compiuto da Carmine Di Giandomenico l'altro pomeriggio durante il Consiglio Comunale di Teramo (link: http://bit.ly/3B5U7KO) è ciò che si può definire un gesto pienamente artistico, perché provoca una crisi all'interno della società e, in più, muove direttamente dentro il Palazzo. Un atto scandalizzante, quindi Rivoluzionario. Un gesto consapevole, quindi Coraggioso, che merita solo rispetto e riflessione: l'artista, quando è autentico, assume sempre in sé un rischio.
Ma quello di Di Giandomenico non è un atto personalisticoquando invece di alta denuncia civile, sociale, quindi assume in sé il gesto di una azione collettiva contro un sistema –non solo nella Città di Teramo – che ignora i suoi cittadini, che non degna il cittadino di risposte adeguate; anzi, che non dà proprio risposte trincerandosi dietro un muro di gomma fatto di burocrazia e di scadenze, che si affida per esistere all'inefficienza dello Stato, fino a giungere all'annichilimento del cittadino.
Quello compiuto da Carmine Di Giandomenico allora è un atto naturale, di conservazione e di sopravvivenza, ed è fatto per delega morale di tutti i cittadini teramani, che aspettano, in una realtà ancora borbonica, risposta, udienza, nell'attesa offesa di un diritto.
Ma i Borbone erano capaci almeno al diniego, invece qui si pratica il silenzio del fine naturale delle cose artificiose,prodottodel fare vuoto dell'uomo.
Certo, Signor Sindaco, il suo non è un ruolo di facile svolgimento; è certo pure però che è più facile dire Sì alla piazza che dire No al singolo cittadino che ha una idea buona da pensare, e da farsi.
L'Arte e la Vita, Signor Sindaco, ci ha insegnato l'altropomeriggioCarmine Di Giandomenico in pieno Consiglio Comunale, sono la medesima cosa:solo l’Amore ci muove.
MASSIMO RIDOLFI
Ph.: Carmine Di Giandomenico, artista teramano di fama mondiale.