Nel corso della manifestazione “Narrazione della storia” al lido “La Vela” di Roseto, è stato presentato il libro di Giovanna Forti “L’amore è una sciarpa rossa” (edizione Carabba). Ha dialogato con l’autrice William Di Marco.
Queste le nostre domande per conoscerla meglio.
“L’amore è una sciarpa rossa” non è solo una testimonianza d’amore ma “raccoglie una documentazione esaustiva e importante di anni particolari, di eventi che attraversano la vita di numerose persone, associazioni e gruppi abruzzesi: persone che ruotano attorno all'attività parlamentare e politica di Pio Rapagnà…”.
Come nasce l’idea di scriverlo?
L’idea nasce dal fatto che prendo coscienza con la scomparsa di mio marito Pio, della precarietà dell’esistenza e dell’importanza di fissare sulla carta e tramandare i ricordi.
Ho pensato di recuperare i documenti, catalogare, riportare alla memoria tutto quello che lui ha fatto nel sociale. Mio marito ha operato a livello regionale, non solo Roseto e Teramo ma anche Pescara e Aquila, si è impegnato nei quartieri popolari contro il degrado, per il riscatto delle case popolari per farle acquistare da chi era in affitto. Nel libro c’è, quindi, un motivo storiografico ma anche uno affettivo che è quello principale.
La motivazione affettiva è che non riuscendo ad accettare la sua scomparsa, perché ancora non l’ho accettata, dovevo scrivere sotto forma di diario come se fosse ancora vivo, giorno dopo giorno.
Il libro ha l’impostazione del diario, come se le cose accadessero in questo momento, io le racconto al presente, una sorta di presente storico. Quindi c’è il diario che ha una sua scansione cronologica , il racconto degli eventi, è come se tutto fosse vissuto in quel momento. Io quando prendo il libro, li rivivo questi momenti. Ho rivissuto sul filo della memoria anche il materiale, abbiamo un archivio ricco, immenso: convegni, giornali, interventi alla radio, concerti, registrazioni, volevo ricordare episodi importanti. L’esigenza è di ricordare ,una parte dei ricordi è nel libro ma il resto non è stato pubblicato perché le mie lacrime non devono rattristare il lettore.
Che funzione ha avuto la scrittura per lei ?
Sicuramente una funzione terapeutica, e l’ha sempre avuta, ma è anche un “mandato” storico -documentario. Io vengo da una famiglia contadina dove si raccontava , c’era una tradizione orale, un nonno raccontava le fiabe e favole, l’altro raccontava la guerra. Così come loro mi hanno trasmesso questo bagaglio di conoscenze, di affetti, di valori ho sentito il dovere di raccontare con la scrittura. Devo anche ringraziare il mio maestro Giulio Mosca che veniva a Castellalto da Teramo, ci faceva scrivere “osservazioni e note del giorno”, ci spingeva a scrivere sul quaderno i nostri pensieri e riflessioni e riflettere sul vissuto, quel maestro è stato eccezionale. Io sono alunna dei mie nonni e del maestro.
Quale ricordo desidera condividere con noi?
I ricordi sono tanti. Quello che molti mi chiedono, che ho raccontato nel libro, è stato il nostro incontro sul ponte del Tordino. Io ero andata a cercarlo per dei corsi serali che lui organizzava per insegnare cultura generale. Non riuscivo mai a trovarlo perché era sempre in giro, una sera andai a casa sua e i genitori mi raccontarono tutta la sua vita: carriera militare, il seminario, sindacato, impegno per le lotte sociali. Ero curiosa e mentre stavo andando via… lo incontrai: magro, occhi lucidi, mi colpì lo sguardo. Non mi promise, niente. Dopo un mese lo rividi di nuovo sul ponte del Tordino, mi abbracciò e io entrai in un mondo magico con quel suo abbraccio e quella sua carica vitale.
Perché la sciarpa rossa ?
Il cantautore Pierangelo Bertoli, quando venne in concerto a Roseto a presentare il suo album ”Rosso colore dell’amore” diceva: il verde è nei prati, l’azzurro sta nei cieli, il rosso è nell’amore. Ecco perché il rosso, è il colore dell’amore.
Che cosa le manca di più di suo marito?
Mi manca la presenza forte, una sferzata di vita. Il camminare non sulla terra…volare quasi. A me non interessava di niente, solo la sua presenza. Era così forte, pieno di entusiasmo, anche nella sofferenza. Ripartiva sempre con entusiasmo, era una ventata di vita. E’ stato un dono ecco perché è difficile dimenticare…
Giovanna Forti vive a Roseto degli Abruzzi, si è laureata in Lettere nell’Università La Sapienza di Roma, ha insegnato in alcune scuole medie. Ha pubblicato :Caval Morella; E tu, ritorna; Il segreto dell’Amalassunta.
ANNA BRANDIFERRO