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MARIACECIOKLa ricostruzione ATER, segue il cronoprogramma nel rispetto delle leggi e delle esigenze degli
inquilini e, in particolare, il Presidente dell’Ater Teramo, Maria Ceci, si sofferma sul fatto che sia <<
un estremo piacere, ridefinire nel solo interesse dei cittadini e, in particolare, degli assegnatari degli
alloggi Ater, i contorni chiari dello stato dell’arte del nostro impegno>>.
Ciò, anche nelle more dell’inevitabile e sano confronto democratico, che precede un appuntamento
elettorale, al fine di evitare il rischio di trasformare in responsabilità quello che è, al contrario, il
doveroso rispetto delle regole e delle leggi.
Il Presidente Ater Teramo, nell’esprimere, ancora una volta, questo pensiero cardine del Suo
operato, tiene a riferire, a tutta la collettività interessata, di preferire la certezza dell’attività
procedimentale della ricostruzione Post sisma, suggellata anche dall’Accordo per l’esercizio dei
Compiti di Alta Sorveglianza e di Garanzia della correttezza e della trasparenza delle procedure
connesse alla ricostruzione pubblica, sottoscritto con ANAC, in data 02.02.2021 nonchè il Protocollo
Quadro di Legalità tra la Struttura di missione, il Commissario Straordinario del Governo e
INVITALIA – Centrale Unica di Committenza: patti, che cristallizzano il rigoroso rispetto dei ridetti
principi amministrativi e che offrono garanzia di sicurezza e di legittimità delle attività inerenti la
ricostruzione.
«Spiace dover rilevare come, nelle more dell’inevitabile sano confronto democratico, che precede
un appuntamento elettorale, si corra il rischio di trasformare in responsabilità quello che è, al
contrario, il doveroso rispetto delle regole e delle leggi. Giova, pertanto, ridefinire nel solo interesse
dei cittadini, e in particolare degli assegnatari degli alloggi Ater, i contorni chiari dello stato dell’arte
del nostro impegno».
Senza alcun accento polemico, ma avendo quale unico fine la chiarezza, la presidente dell’Ater di
Teramo, Maria Ceci, ha voluto tratteggiare un quadro illustrativo dell’attuale situazione della
ricostruzione, ricordando, in premessa, come l’Ater di Teramo sia tra gli enti pubblici maggiormente
interessati dalla ricostruzione post sisma 2016, in considerazione dell’elevato numero, sia delle unità
abitative danneggiate dall’evento calamitoso, sia delle persone assistite. Gli alloggi danneggiati, infatti,

sono 678, distribuiti su 61 edifici dei quali, 31 nel Comune di Teramo e 30, negli altri Comuni della
Provincia.
«E’ facilmente intuibile come un numero così importante di interventi, richieda una programmazione e la
gestione di un cronoprogramma, condiviso e sinergico con l’Ufficio Speciale della Ricostruzione, che
pretende passaggi che non possono e non devono essere accelerati, a garanzia dell’interesse pubblico
e degli stessi inquilini - continua la presidente Maria Ceci - ma abbiamo adottato ogni possibile
soluzione, al fine di garantire uno snellimento di tutte le procedure, anche elaborando nuove prassi,
come nel caso di uno degli edifici di Montorio al Vomano, con la contemporanea gestione di
ricostruzione e Superbonus 110%, autorizzata dalla Regione Abruzzo e Agenzia delle Entrate, destinata
a diventare caso di scuola e progetto ripetibile».
A proposito di Superbonus, come è noto il diffondersi degli interventi agevolati ha provocato, a livello
nazionale, una sostanziale modifica delle condizioni di mercato, incidendo sui tempi, i costi e la fornitura
di materiali, con l’intuibile riflesso anche sullo stesso cronoprogramma Ater.
Inoltre, in fase di ricostruzione e, quindi, di progettazione dell’intero patrimonio, è emersa la necessità,
su più edifici, di modificare il tipo di intervento: laddove inizialmente era stata ipotizzata la ricostruzione
(miglioramento o adeguamento), a seguito di prove sui materiali, è stata rappresentata all’Ater, la
possibilità di procedere da miglioramento a demolizione (Cortino, Atri, San Nicolò, Campli, Frondarola e
Teramo). Anche per quegli edifici che, inizialmente, avevano avuto un esito di agibilità di tipo B, lo
scenario della ricostruzione è cambiato completamente, determinando una modificazione della
programmazione. L’iniziale pianificazione, finanziata per il miglioramento e solo per pochi casi per
l’adeguamento, è stata modificata dall’esito delle attività progettuali e si è passati da un semplice
miglioramento, alla demolizione.
«Questa soluzione, ovvero quella della demolizione e ricostruzione, inizialmente circoscritta a pochi
edifici, sta divenendo una scelta estesa ad una elevata percentuale di edifici - continua la presidente
Maria Ceci - nella certezza che questa sia la strada migliore, per garantire ai nostri inquilini il ritorno in
case sicure; ma una scelta come questa sottintende, oltre alla complessità dei procedimenti, anche la
necessità di ottenere ulteriori somme, al solo fine di rimettere nella disponibilità dei nostri inquilini case
sempre più adeguate ai criteri dell’efficienza energetica e della sicurezza abitativa»
Gli edifici interessati da questa soluzione, sono quelli ricompresi nei Comuni del cratere quali, Valle
Castellana, Teramo, Cortino, Atri.
La situazione attuale è dunque questa:
- 11 cantieri avviati e procedure avviate anche per gli edifici siti nei Comuni di Bisenti, Cermignano,
Montorio, Martinsicuro, Civitella del Tronto, per i quali gli affidamenti sono in fase di conclusione e il
procedimento di avvio lavori è già in stato avanzato.
Per gli ulteriori edifici situati nei Comuni di Teramo, Giulianova, Martinsicuro, Silvi, Basciano, Isola del
Gran Sasso, Montorio al Vomano, Mosciano Sant’Angelo, Roseto degli Abruzzi, sono state effettuate
tutte le previste indagini e prove sui materiali e rimesse le relative relazioni, quindi si va verso la
definitiva aggiudicazione.