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"Vogliamo aspettare che accada come a Napoli, dove un calcinaccio ha ucciso un ragazzino?" I residenti di via Muzi a Teramo, nel cuore del centro storico, denunciano con forza quanto accade ormai da anni senza che la situazione muti tanto meno migliori, nemmeno di fronte all'evidenza di un pericolo costante per chi, a piedi, passa per vicolo del Cigno e via Muzi, direzione piazza Verdi o mercato coperto. Bambini, anziani: un paio, meno di due settimane fa, sono stati colpiti a spalla e testa da qualche piccolo calcinaccio staccatosi da uno dei cornicioni. E i segni sono ancora a terra, sull'asfalto. "Non se ne può più", ci dice una residente affacciatasi sull'ennesimo blocco fatto di transenne e divieto d'accesso messo in corrispondenza di metà via Muzi, proprio all'altezza di un palazzo completamente in disuso, dove cresce una vegetazione incontrollata che incoraggia, i più, a lanciare sacchi di immondizia nel giardino o nella gabbia blindata su vicolo del cigno. Basta alzare la testa e si incrociano finestre aperte, persiane pericolanti, cornicioni deteriorati. "Qui il pericolo è quotidiano", prosegue una residente, denunciando i due episodi recenti: "Calcinacci si sono staccati e sono caduti sul mio balcone...E' assurdo...E se mi avessero colpito?", si chiede. Domanda da girare direttamente a chi ha disposto transenne e divieto d'accesso, in Comune, ma non compare una segnaletica di riferimento: un foglio su cui si legga, ad esempio, il perchè della chiusura di via Muzii e per quanto rimarrà così la situazione. E soprattutto, ma questo non si può certo scrivere, quando intende intervenire il proprietario? Perchè tutto questo non è cosa recente: i residenti hanno raccolte decine di firme, hanno protocollato un esposto in Procura, c'è chi si dice pronto a firmare una denuncia per inadempienza. Perchè, si, il Comune blocca la strada ma deve farsi valere sul privato, proprietario dello stabile incriminato e che minaccia l'incolumità di chiunque vi passi a piedi, in bici, in motorino. E' vero, vicolo del Cigno era chiuso fino a qualche giorno fa. Ma un nastro biancorosso è stato facilmente spezzato. Il pericolo resta lì. Chi ne risponde?   GUARDA IL SERVIZIO (CLICCA QUI) foto