Che il “Bonolis” fosse un problema, lo abbiamo scritto decine di volte, in queste settimane. Che la gestione dello Stadio, “scollegata” da quella della squadra di calcio, fosse il “primo” problema nella programmazione della gestione di una ripartenza calcistica, lo si sapeva. Tanto che la cordata chietina, quella di Mergiotti, avrebbe rinunciato proprio perché spaventata dai costi del Bonolis. Adesso, la nuova cordata teramana sta cercando una soluzione… ma il problema, attualmente, non è solo quello della cassa, ma quello della legge. Spieghiamolo: lo stadio Bonolis è “comunale”, nel senso che non è stato costruito per la squadra di proprietà di un privato (e questo, prima o poi, bisognerebbe che qualcuno lo spiegasse anche ai commentatori dei salotti tv) ma per l’attività sportiva del Comune di Teramo. Sulla base non del tifo, ma della “serie”. Che significa? Significa che se Forcella, per ipotesi, avesse una squadra di rugby in serie A, avrebbe diritto di giocare al Bonolis. Così come se Frondarola avesse una squadra femminile di calcio in serie B, avrebbe diritto di giocare al Bonolis. E non a caso citiamo le frazioni, perché il regolamento che regge l’esistenza stessa dello stadio Bonolis prevede, da sempre, che l’uso sia assegnato alla squadra del Comune di Teramo che gioca nella serie maggiore. Non al Teramo calcio. Ma “alla squadra”. E qui la cosa si complica, perché se questa è la legge, lo stadio Bonolis spetterebbe di diritto al Notaresco. Che c’entra il Notaresco? C’entra, perché anche se si è trasferita a Notaresco, la società ha mantenuto la sede legale in via Galileo Galilei 10 a San Nicolò, quindi di fatto, giocando in serie D, il Notaresco di San Nicolò è la squadra di massima serie del Comune di Teramo, e lo sarebbe anche se il nuovo Teramo fosse ammesso in serie D, perché il Notaresco di San Nicolò ha una storia pregressa che fa punteggio. Che succederà? Si divideranno il Bonolis in due? In realtà, trattandosi di una mera questione “legale” è più che probabile che il nuovo presidente del Notaresco, l’assicuratore teramano Luigi DI Battista (ormai è praticamente ufficiale), voglia risolvere la cosa spostando la sede legale, anche perché è abbastanza chiaro che il Notaresco non abbia alcun interesse a giocare a Teramo, ma allo stato attuale, regolamento alla mano (e nelle cose del calcio i regolamenti sono importantissimi) questa è la situazione. Un cavillo in più da risolvere per il nuovo Teramo.