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“Finalmente il mondo politico teramano comincia a parlare della vicenda Tercas dopo averla a lungo ignorata. Ne parla il presidente D’Alfonso in queste ore e, finalmente, il nuovo Consiglio Comunale di Teramo ha discusso ed approvato un ordine del giorno all’unanimità. Quello del C.C. è un passo significativo ma non esaustivo", scrivono in una nota, Enzo Scalone (ex consigliere Fondazione Tercas) e I Perdavvero che richiamano l'attenzione alle responsabilità, secondo loro, della Fondazione che" non possono essere ulteriormente minimizzate". Scrivono: "Non è più sopportabile che uno degli attori protagonisti del dramma sia ancora sulla scena. Ci riferiamo al Presidente della Fondazione Nuzzo. Il semplice fatto che egli continui ancora a rappresentare la Fondazione, non solo è immorale, ma è soprattutto inopportuno e penalizzante”. E ancora: “Alla luce dell’enormità dei fatti, riteniamo immorale che Nuzzo continui a fare il presidente della Fondazione. Infatti, egli ha la grave responsabilità di aver, ininterrottamente nei decenni, nominato sempre lo stesso Presidente con il suo entourage di amici alla Tercas, di non aver controllato i conti come era suo dovere e di aver condiviso e ratificato tutte le scelte del C.d.A., sino all’ultimo, sino all’assemblea dell’Aprile 2012, appena 5 giorni prima dell’arrivo del Commissario". Vale la pena far notare, proseguono nella nota, "che i fondi residui di cui dispone la Fondazione e con i quali potrebbe entrare nella nuova banca, altro non sono che i soldi degli azionisti teramani, incassati con la vendita del 15% delle vecchie azioni e che oggi, sappiamo, valgono zero". Utima considerazione: "Tutti i vecchi amministratori della banca sono stati mandati via dalla sera alla mattina. Si invoca, inoltre, da più parti l’allontanamento dalle loro postazioni dei maggiori dirigenti della Tercas. Per quale imperscrutabile ragione, invece, Nuzzo può restare al suo posto, come se egli fosse completamente estraneo al dramma, quando, invece, è indubbio che ne è stato uno delle cause?”, si chiedono Scalone e i Per Davvero. E poi l’appello: “Da tutto ciò il nostro appello alle forze politiche, alle Istituzioni, agli Enti preposti e tra questi, in primis, al Sindaco di Teramo. È ora che la politica faccia la sua parte. Intervenga in questa bruttissima storia teramana, difenda gli interessi della nostra comunità, convinca Nuzzo, aldilà delle scadenze statutari, a dimettersi dalla ultra ventennale presidenza. Ciò potrà favorire la riconciliazione tra i risparmiatori teramani ed il mondo finanziario locale”