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FuneraxNon è estate, oggi pomeriggio a Roseto. Il tempo s’è fermato, come il respiro della folla che si è radunata davanti al Comune, in una piazza pubblica divenuta oggi sacra. Perché una quella piazza, Roseto sta piangendo Flavia. Al centro, c’è la cassa di legno chiaro che ospita il corpo appena ventiduenne di una ragazza, che amava la vita e la pittura, uccisa sulla strada verso casa, da un uomo solo di una dozzina d’anni più grande di lei, che in quella notte maledetta, s’era messo ubriaco e senza patente, alla guida di una macchina senza bollo e senza assicurazione.

Funerax2Ma non è il momento della colpa, è il momento delle lacrime adesso. C’è chi piange. Chi trattiene a malapena i singhiozzi, il rito segue i tempi della chiesa, i cuori della piazza seguono quelli di un dolore che lega tutti alla famiglia di Flavia, colpita dal più grande dei dolori possibili, dalla più assurda delle sventure. Nessuno dovrebbe mai seppellire un figlio.  Nella sua omelia, don Pietro Cappelli parla dell'importanza del testimone che Flavia ci lascia e del fatto che non dovremo avere paura di riceverlo
No, non avremo paura. Flavia merita il ricordo e il suo amore per la bellezza, ereditato dalla vena artistica dei Celommi, deve diventare una regola. Il dolore di questa perdita, dovrà diventare eredità di bellezza.
C'è il sindaco Nugnes, con la fascia, a portare il saluto della città, e quattro ragazze che leggono singhiozzando una lettera di saluto alla loro amica. Gianluca Ginoble canta l'ave Maria, la piazza assiste commossa, mentre i genitori salutano Flavia, e lei sorride sul grande schermo che domina la piazza, in questo giorno senza estate a Roseto.
(Foto Luca Maggitti)

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