C’è una lacrima sulla roccia del Gran Sasso. Il Gigante piange: si è spento Tonino Marramà, si chiude un capitolo glorioso della storia dell’alpinismo teramano. Tonino non era un appassionato della montagna, Tonino era figlio del Gran Sasso. Aveva 90 anni, era nato nel 1932 e all’anagrafe era Antonio, ma per tutti Tonino: attratto dalla passione del padre, fin da bambino guarda dalla terrazza di casa i Monti Gemelli e fantastica di salirli.
Nel 1944 si reca la prima volta al Monte Tre Croci con i partigiani della Banda Ammazzalorso, è il primo approccio alla montagna. Finita la guerra, nel 1946 finalmente organizza con gli amici del quartiere, Vincenzo, Peppino, Mario, Salvatore, la salita alla montagna di Campli partendo a piedi da Teramo, gita che ripeterà di continuo coinvolgendo di volta in volta altri amici, Pecorale, Manari, Ricci, Olivieri. Di seguito sale, sempre a piedi da Teramo, la montagna dei Fiori, visita le Gole del Salinello e Castel Manfrino.
L’attività si sposta poi sul Gran Sasso, dove vi si reca dal 1946 con le ‘corriere’ organizzate dalle strutture religiose della città specie in occasione della festa della Madonna della Neve: sale per la prima volta al Corno Piccolo l’ 8 agosto 1948 dal versante nord per il canale Abbate-Acitelli e al Corno Grande il 1° agosto 1949 dal passo del cannone.
In una di queste escursioni domenicali conosce Gigino Muzii, che lo interessa alle prime salite alpinistiche e gli regala una corda da 14 millimetri e di 40 metri di canapa di manila, del peso di oltre 7 chili, con la quale Tonino, insieme a Peppino Di Eugenio e, a seguire, con lo stesso Muzii, Sergio Lucchese e Giggetto Barbuscia, inizia a salire vie di arrampicata, principalmente sulle pareti del Corno piccolo (Cresta NNE, Via Chiaraviglio, la 1° ripetizione della Panza Muzii, via dei Triestini, Ciai Pasquali eccetera).
Nel frattempo, onde assicurarsi la possibilità di frequentare costantemente il Gran Sasso, si impegna per la istituzione d’ un servizio domenicale con la ditta Aprati e Trentini, titolare della linea Teramo-Pietracamela, servizio che col sussidio dell’ E.P.T di Teramo dell’allora Presidente Avv. Marcozzi durerà per tutti gli anni ’50, sia d’estate che d’inverno, consentendogli di effettuare le gite d’arrampicata o di sci-alpinismo delle quali è appassionato.
Il 9 settembre 1956 partecipa al soccorso per il recupero dell’Ascolano Tito Zilioli, prendendo così contatti con il GAP (Gruppo Alpinisti Piceni) di cui nel 1958 diventa socio.
Nel 1971 diviene presidente della Sezione CAI di Teramo e nello stesso anno viene contattato da Domenico D’Armi, responsabile del Soccorso Alpino de L’Aquila, per organizzare la nuova Stazione di Teramo in sostituzione di quella di Pietracamela all’epoca diretta dall’Aquilotto Lino D’Angelo, il quale gli consegna del materiale ormai in disuso.
Grazie alla Cassa di Risparmio di Teramo – Tonino ne accompagna il direttore Grue al Corno Piccolo per la Chiaraviglio insieme a Peppino D’Eugenio - acquista il materiale utile per attrezzare la Stazione (corde, barelle, ramponi, picozze …) che verrà poi affidata alla Guida Alpina Pasqualino Iannetti. Fa parte dei volontari del soccorso fino agli anni ’90 diventando socio benemerito della Stazione CNSAS di Teramo.
Nell’estate del 1974, grazie all’interessamento dell’assessore regionale allo sport Antonio Tancredi che destina fondi per la montagna teramana, organizza con la Sezione CAI di Teramo, di cui è vice presidente, il primo corso di introduzione all’alpinismo al rifugio Franchetti, co-diretto da Gianni Rusconi, alpinista di punta del momento, e da Pasquale Iannetti che ne assume la direzione organizzativa. Gli stessi fondi vengono anche utilizzati per la segnaletica dei sentieri.
Comincia a sciare nel 1942 partecipando ad una gita del CAI ai Prati di Tivo nei pressi della casetta Merichigni e anni dopo, in contrasto con lo Sci CAI, fonda il G.A.S.T. (Gruppo Alpinisti Sciatori Teramani), di cui diviene presidente nel 1965.
E’ stato Giudice FIDAL, Giudice FISI e Segretario Provinciale CONI,Medaglia di bronzo al merito sportivo, socio fondatore del Panathlon Club Teramo e socio con anzianità maggiore del CAI Teramo al quale era iscritto da 73 anni. È stato punto di riferimento dello sport in montagna per decenni.
Lascia i figli Lella, Alessio e Barbara e quattro amatissimi nipoti: Otto, Alessia, Alice e Leone.
I funerali si terranno mercoledì alle 14,45 nella chiesa di Sant’Antonio.