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I due eperti alpinisti recuperati oggi sono morti ieri nel corso di una arrampicata sul Gran Sasso, caduti probabilmente a causa del rapido cambiamento delle condizioni meteo nell'area, con raffiche di vento e pioggia: si tratta di Marco Paccosi, 43 anni, di Sansepolcro (Arezzo), e di Luca Iani, 56 anni, residente a Roma. I corpi dei due sono stati recuperati nel pomeriggio di oggi dal Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese, dopo essere stati individuati in mattinata grazie all'intervento dell'elisoccorso del 118 arrivato dall'Aquila. I due alpinisti ieri mattina avevano raggiunto l'Abruzzo per un'arrampicata sul Gran Sasso, attraverso la Via alpinistica Intermesoli, ma in serata non sono rientrati a casa: intorno alle 23 il Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese è stato attivato dal numero unico del Lazio per i dispersi, contattato dalla moglie di Iani, allarmata dal fatto che il marito non fosse tornato a casa e non rispondesse al cellulare.
La Prefettura di Teramo ha subito attivato il protocollo dei soccorsi in montagna e ha allertato il Soccorso Alpino e Speleologico: sono partite delle squadre di terra dalla stazione di Teramo, che hanno ritrovato le macchine dei due alpinisti in prossimità della base per Intermesoli e malgrado il maltempo, hanno raggiunto la base della parete, senza però riuscire ad individuare i due escursionisti. Stamani l'elisoccorso con a bordo i tecnici del Soccorso Alpino ha sorvolato la zona e in prossimità della parete est di Pizzo Intermesoli, in fondo ad un canale, ha avvistato i due corpi. I soccorritori hanno allertato
la Prefettura e hanno ottenuto dal magistrato il nulla osta per il recupero dei due alpinisti.

Secondo la guida alpina dell'Aquila, Agostino Cittadini, scalatore da oltre 35 anni e grande conoscitore del Gran Sasso, tra le ipotesi della tragedia potrebbe esserci il cedimento dell'ancoraggio. "Non ho notizie dirette sulle cause della tragedia - ha commentato - so che non si tratta di gente inesperta, ma di conoscitori della montagna, una ipotesi potrebbe essere il cedimento dell'ancoraggio dove erano in sosta, visto che i due sfortunati scalatori sono precipitati
entrambi. Ma sono valutazioni che non troveranno mai conferma, perché in questi casi non è prassi fare indagini, peraltro molto difficili. Solo loro possono sapere".
"Sono situazioni tragiche che purtroppo possono capitare - ha aggiunto Cittadini - non si dovrebbero verificare, ma accadono anche a coloro che fanno alpinismo e verificano con razionalità i comportamenti. Sono rischi oggettivi: a mio avviso non c'entra il maltempo o l'improvviso cambiamento climatico. Erano scalatori non improvvisati, gente esperta, non credo che la tragedia sia dovuta alla inesperienza. È stata una fatalità causata da cattive valutazioni", ha sottolineato Cittadini che tra le altre cose ha al suo attivo l'apertura di una via nuova in Pakistan dedicata a due amici morti in montagna, Stefano
Imperatori e Alberto Bianchetti.