Non tarda ad arrivare la replica alle dichiarazioni della Summersmile sulla questione Trein Club. Riceviamo e pubblichiamo infatti le considerazioni che un giovane pinetese (che mantiene l’anonimato) ci ha fatto pervenire sulla questione del TREIN Club di Pineto.
“Insieme ad altri amici” scrive “ho letto attentamente ciò che il sig. Maurizio Pavone - Vicepresidente dell'associazione Summer Smile – ha scritto nella sua replica in merito alla gestione del TREIN e non riesco a non manifestare il mio stupore su diversi aspetti. Anzitutto non è vero che il Trein è aperto ed attivo: basta passare lì nei dintorni e ti accorgi facilmente che è un luogo abbandonato e di cui nessuno usufruisce: Forse sarà solo utilizzato come magazzino o deposito. Le problematiche che il sig. Pavone esterna per la chiusura della struttura al pubblico hanno molto il sapore di alibi, per gestire una struttura creata e pensata dagli amministratori locali come luogo di aggregazione giovanile, in struttura per lo svolgimento di attività privata. Infatti senza nulla togliere alla bontà delle attività della Summer Smile (che se non sbaglio si occupa prevalentemente di attività diretta ai bambini, come colonie marine, centri estivi e intrattenimento in genere) il gestire il Trein come sede per la formazione del personale, mi spiace dirlo ma significa gestire una struttura pubblica per finalità private, peraltro a scopo di lucro, visto che le attività di cui si occupa il personale, una volta formato, sono evidentemente dirette alla produzione di un guadagno. Finalità ben distanti da quelle associative, di aggregazione, di promozione della cultura, dello sport, dell'intrattenimento che si dovrebbero perseguire in un luogo come il Trein. Forse il sig. Pavone era preso dalla foga di tentare di giustificare l'ingiustificabile ed ha snocciolato una serie di problematiche? Dunque si parla di scarsa impermeabilizzazione, di struttura troppo calda d'estate e troppo fredda d'inverno, del vicinato che si lamenta, delle migliorie che non possono essere apportate perché le Ferrovie non rispondono e del Comune che non dà soldi (con cui molti circoli, associazioni e centri aggregativi si trovano a dovere fare i conti). Prima però di sottrarre una struttura ai giovani o al pubblico in genere (perchè di questo si tratta) di solito si tenta ogni possibile soluzione e soprattutto ci si batte per continuare ad avere un luogo dove affermare quei sani principi di cui si è portatori (socialità, aggregazione ecc.). Ed invece mi pare che la Summer Smile abbia optato per la soluzione più semplice, ossia chiudere la struttura al pubblico ed utilizzarla a proprio piacimento o secondo le proprie esclusive esigenze. Non penso che ciò sia previsto nella convenzione con cui la struttura gli è stata affidata e soprattutto sarebbe stato più onorevole dire non siamo più in grado o non abbiamo più voglia di gestirla, consentendo al Comune di assegnarla a qualche altro gruppo di giovani volenterosi di cui Pineto è pieno.
Quello che però mi ha più incentivato a scrivere questi miei pensieri e che forse mi ha più infastidito è il modo sprezzante con cui il sig. Pavone divulga, nei suoi scritti e commenti, senza remore, dati di assoluta privacy sui propri clienti (di cui poco ci interessa) e si rivolge ai giovani di Pineto (sperando sia solo una sua distorta e personale visione magari non condivisa dagli altri associati) e soprattutto il suo volerli considerare dei suoi subordinati, visto che la nostra massima ambizione sembrerebbe quella di lavorare per Summer Smile, altrimenti (vista la riferita difficoltà di trovare personale) noi giovani saremmo scansafatiche o magari non avremmo diritto di parola. Di certo sfugge al sig. Pavone che molti giovani di Pineto magari non hanno alcuna intenzione di lavorare per Summer Smile, per le più svariate ragioni del mondo, e che forse molti ragazzi ambiscono ad altro come ad esempio avere l'opportunità di gestire qualche struttura come il Trein o come il Beach Paradise, se solo gliene fosse data la possibilità. Concludo dicendo che sarebbe il caso che il sig. Pavone scenda dall'Olimpo, torni tra i comuni mortali ed inizi subito ad impegnarsi per garantire la riapertura del Trein, o in altrenativa dia atto della impossibilità nella prosecuzione della gestione e restituisca le chiavi della struttura al Comune o alle Ferrovie dando ad altri l'opportunità di subentrare. Grazie per l'attenzione”.
Personalmente, ho tentato più volte di scrivere (senza suo seguito) o telefonare (senza risposta) al primo cittadino Robert Verrocchio sulla vicenda Trein e Beach Paradise chiedendo lumi su entrambi le vicende. Rimango da giorni fiducioso in una sua risposta. Sembra comunque che la vicenda interessi anche i gruppi consiliari di opposizione, che si stiano muovendo per una interpellanza consiliare.
Mauro Di Concetto