Nel corso di una perquisizione ordinaria, gli agenti in servizio hanno rinvenuto un microcellulare e ca. 700 pastiglie di cui almeno 400 rientranti nella categoria degli psicofarmaci, questi ultimi destinati con molta probabilità al “mercato interno”.
Nel corso dell’anno vi sono stati altri rinvenimenti di questo genere ma mai di un quantitativo così elevato di compresse.
Così commenta la segretaria provinciale del SiNAPPe: “Innanzitutto un plauso ai colleghi che sono riusciti a rinvenire questo ingente quantitativo di medicinali e di conseguenza a bloccare la circolazione “illegale” di psicofarmaci all’interno dell'istituto.
Sino a che la politica carceraria di questo Paese non sarà oggetto di una
reale riforma strutturale, che riporti il controllo delle carceri nelle “mani” della Polizia Penitenziaria, eventi come quello odierno non ci sorprendono più.
Il sistema carcere è ormai al collasso, nessuna pena esemplare per detenuti sempre più facinorosi e sprezzanti delle regole.
Ritiene che il fatto che la pena debba essere rieducativa, non significa che debba essere necessariamente “leggera”.
In attesa però che i nostri vertici aprano gli occhi non ci resta che affidarci alle capacità operative delle nostre donne e dei nostri uomini i quali rappresentano l’ultimo baluardo di legalità”.