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CAFE2.pngRischia di diventare un brutto ricordo, l’inaugurazione della Ca.Fè, la rinata Carlo Febbo, in programma per oggi pomeriggio a San Nicolò. Rischia di diventarlo perché, a parte l’innegabile valore del progetto, che trasforma un “vuoto urbano” in un centtro di aggregazione, affidandolo alle associazioni culturali e del terzo settore, c’è un’ombra che si allunga su questa inaugurazione. E’ l’ombra che proietta una richiesta di accesso agli atti, con la quale l’opposizione, e in particolare il consigliere Giovanni Luzii, svela che, al momento dell’invio degli inviti e dell’organizzazione dell’evento di questa sera, l’iter dell’accordo con le associazioni non era affatto completato. Per essere più chiari: secondo l’opposizione, prima di parlare di far entrare (letteralmente) un’associazione all’interno del Cafè, il Comune avrebbe dovuto concludere l’iter del “patto di collaborazione”. Invece, scrive il dirigente in risposta a Luzii, che al momento della presentazione della richiesta dello stesso consigliere renziano: «… il provvedimento del formale atto di affidamento, era ancora in istruttioria». Insomma, non c’era. E allora, si chiede l’Opposizione: chi ha autorizzato, e come, e perché, l’ingresso delle associazioni? Sul fatto, la stessa opposizione sta preparando un esposto denuncia che presenterà nei prossimi giorni, perché vengano verificati tutti gli atti e accertate le eventuali responsabilità.