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TEAREX

Quanti di noi non ricordano i magazzini Standa lungo Corso San Giorgio (nella foto sotto, il giorno dell'inaugurazione) dove una volta c'era un magnifico teatro all'italiana - raccontano, perché io non l'ho mai visto, ma la Standa l'ho vista eccome, e vuoi mettere la Standa...
Ma presto - certo non riavremo un teatro all'italiana: che nessuno si illuda - (la bella novella è invece questa) tutti i teramani, grazie al Sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto, riavranno la Standa.
Sì! Avete capito bene: a Teramo riaprirà la Standa!
Già non sto nella pelle a vedere i teramani portare i loro cani a fare i bisogni nell'ampia area praticabile adiacente... No, sopra, proprio sopra e sotto alla Standa sta la praticabile area, dove si potrà entrare e uscire a tutte le ore, soprattutto di notte, quando non ti vede proprio nessuno che sei uscito con il cane per andare alla Standa a fargli fare le sue cosucce.
Bene. Immagino che già tutti non state nella pelle e, a questo punto, vi starete chiedendo: Ma dov'è allora che riapre la Standa?
Bella domanda. Legittima pure. Eh, perché uno a Teramo deve pure sapere dove portare il cane a pisciare e a cacare.
La Standa aprirà sopra l'ex teatro romano di Teramo, ma anche sotto, e intorno pure.

StandexOra, uscendo dalla satira, e ritrovandomi già vecchio a sperare un recupero dignitoso del teatro romano di Teramo, non posso che essere indignato per il rendering che il Sindaco GianguidoD'Alberto ha avuto il barbaro coraggio di presentare ai teramani come  futuro – Eh, il futuro: ma chilo ha visto mai davvero questofuturoanche se è solo un attimo appena successivo alladesso – recupero di successo dell'area, dopo decenni di lotta contro la più atroce speculazione che minacciava il preziosissimo sito archeologico, e qui non posso non ricordare l'eroico impegno del Maestro Sandro Melarangelo.p
Mi sarei aspettato che un sito archeologico venisse semplicemente recuperato ripulendolo dalla mondezza e recuperando con nuovi scavi reperti finora nascosti, che è ragionevole credere di trovare sotto i palazzi Adamoli e Salvoni, oggi giustamente demoliti; come ragionevole è pensare di recuperare al pubblico il teatro, ma con eventi bene organizzati e a numero chiuso per preservare l'architettura monumentale; ma è irragionevole pensare di lasciare un sito di tale importanza aperto al pubblico, calpestabile come gli antichi marciapiedi di Corso San Giorgio, appunto quelli che allora si facevano per andare alla Standa di corso San Giorgio.
Spero che ci sia una seria riflessione all'interno di questa maggioranza su tale risultato e che la Soprintendenza scongiuril'ennesimo Orrore culturale che si andrebbe a perpetrare nella storia della già martoriata Città di Teramo, maledettamente sotto l'ignorante flagello dei politici.

Massimo Ridolfi