Alessandro Mancini non è più il procuratore generale dell'Aquila. Lo ha deciso il consiglio superiore della magistratura. Trasferimento d'ufficio per il magistrato, arrivato alla Corte d'appello aquilana all'inizio del 2021, dopo sette anni alla guida della Procura della Repubblica di Ravenna.
Per il Csm, "Mancini non può più esercitare, in piena indipendenza ed imparzialità" le sue funzioni. Il riferimento è ai rapporti personali tra il magistrato e Gianluca Pini ex deputato emiliano della Lega e imprenditore, ora indagato a Forlì in un'inchiesta sulla fornitura di mascherine. Ed è stata proprio la Procura di forlì a trasferire al Csm gli atti che sono costati a Mancini il trasferimento.
Dai messaggi trovati nel cellulare dell'ex parlamentare, viene fuori che Pini si sarebbe speso per favorire la nomina di Mancini all'Aquila.
I due - scrive la prima commissione del Csm - erano legati da un rapporto "di consolidata amicizia e frequentazione". Al punto che era stato Pini ad organizzare l'incontro tra Mancini e Cosimo Ferri, il magistrato in
aspettativa ed ex deputato di Italia Viva, coinvolto nel caso Palamara, affinché Ferri perorasse la nomina di Mancini alla procura generale aquilana. "Ricordati per favore di Alessandro", scriveva l'ex deputato leghista a Ferri. Mancini si è difeso spiegando di aver voluto vedere Ferri soltanto per riallacciare l'antico rapporto che aveva con lui.