Hanno tranquillamente raccolto iscrizioni, con tanto di abbonamenti annuali in diversi casi, ma i corsi di nuoto nella piscina di Garrufo di Sant'Omero non sono mai partiti. Secondo le motivazioni fornite alle famiglie incavolate, il problema era nei ritardi dell'avvio di presunti lavori di ristrutturazione slittati dall'estate all'autunno. E invece si scopre che quei corsi di nuoto, nella piscina Tonic, non potranno partire visto che la Ruzzo Reti...gli ha staccato l'acqua per una morosità quantificata in 181mila euro. E ad oggi nessun ripristino dell'utenza (con contestuale richiesta di rateizzazione) è stata avanzato dalla società interessata Anzi, la Ruzzo Reti ha già adito le vie legali per il decreto ingiuntivo. E le famiglie che hanno pagato un abbonamento e hanno scoperto solo a ridosso della data "x" del 1 settembre che quei corsi non sarebbero partiti? "Innanzitutto ci hanno detto che ci sarebbero stati i lavori in estate e così non è stato, poi qualche giorno prima del presunto avvio dei corsi abbiamo chiesto informazioni su orari e giorni nel gruppo-chat della piscina e ci hanno risposto che non sarebbero partiti prima di qualche mese" racconta Alessandra Bonasorte che aveva speso 363 euro per l'abbonamento annuale della figlia. "Dopo le nostre lamentele ci hanno contattato per dirci che ci avrebbero dirottati sulla piscina di Sant'Egidio alla Vibrata appena riaperta ma nessuno ci hai poi comunicato altro" - prosegue la mamma - "e sinceramente perchè dovevamo finire a Sant'Egidio se avevamo scelto, per vari motivi, la piscina di Garrufo? E perchè ci hanno fatto comunque sottoscrivere un abbonamento comunicandoci che i lavori di ristrutturazione ci sarebbero stati in estate e così non è mai stato?" Alla fine la signora Bonasorte ha iscritto la figlia alla piscina comunale di Teramo "ma dei rimborsi dei soldi degli abbonamenti, nonostante le reiterate richieste, ad oggi non c'è traccia. Per questo ci siamo rivolte all'associazione Robin Hood". Il presidente Pasquale Di Ferdinando, contattato da Certastampa.it, conferma che sono almeno 20 le famiglie che si sono rivolte per farsi tutelare ed è per questo che si procederà per "inadempimento contrattuale" con la contestuale pretesa di ottenere i rimborsi degli abbonamenti pagati, chi a marzo, chi a giugno. Pagato l'abbonamento, niente corso anche perchè l'acqua proprio non c'è...