E’ già arrivata sulle scrivanie della Dda dell’Aquila, l’inchiesta teramana nata dal ricatto sessuale di tre nigeriani, arrestati per aver sequestrato a Villa Butteri un cinquantenne teramano, che era stato chiuso in casa e minacciato per non aver pagato la prestazione sessuale che aveva contrattato con gli stessi. Dopo l’arresto dei tre africani, infatti, Indagando sul giro di prestazioni omosessuali a pagamento, i Carabinieri hanno scoperto una chat con oltre 400 nomi. Tra questi, moltissimi teramani, anche insospettabili e appartenenti a quella che si definisce la “Teramo bene”. Persone che conducono vite del tutto normali, ma che poi si concedevano il piacere della trasgressione, contattando i tre ragazzi nigeriani, che offrivano prestazioni omosessuali a prezzi che andavano dai 60 ai 100 euro. E non solo, perché i tre - come si è scoperto nel corso dell’inchiesta, avevano proprio questo modo di agire: pur di farsi pagare, sequestravano i clienti e, a volte, li portavano di peso al bancomat perché prelevassero le somme concordate. I tre, che hanno 21, 23 e 28 anni, sono stati arrestati e, nel corso dei loro interrogatorio, hanno rivelato i dettagli del loro giro di “affari”, come provato poi anche dal controllo dei telefoni, dai quali sono emersi i dettagli di alcune chat (su whatsapp e soprattutto Telegram) dedicate proprio al commercio di prestazioni sessuali. Tra i nomi dei “clienti”, che ora saranno chiamati per verificare se abbiano subito anche loro ricatti o minacce, anche quelli di molti teramani conosciuti, in particolare professionisti, che hanno chiesto e ottenuto a pagamento i favori sessuali dei tre nigeriani. Dopo la convalida dell'arresto, l’inchiesta è stata affidata alla Dda, perché l’ipotesi di reato per la quale si procede è sequestro di persona a scopo di estorsione.