Ma che bel castello marcondirondirondello.
Chissà se Gennaro della Monica, che sognó la costruzione di questo straordinario falso storico, sarebbe contento di vederlo come è oggi. O meglio: chissà se sarebbe contento di vedere l’uso che ne fa l’amministrazione D’Alberto, sempre più votata alla ricerca di un consenso costruito sugli eventi e non sui risultati. Mentre, infatti, i numeri della ricostruzione disegnano una Teramo nella quale, di fatto, il Terremoto è successo …ieri, con la ricostruzione pubblica praticamente ferma… (non è stata riaperta neanche la sala consiliare, luogo delle assise civiche, che è di fatto una stanzona sollevata su quattro colonne, in un palazzo così pericolante… che la farmacia sotto non ha mai chiuso) al castello si festeggia. La sala consiliare è chiusa. Da anni. Da prima ancora che questa amministrazione si insediasse. Ma il Castello no, quello è aperto. Eccome se è aperto. Del resto, era scritto a chiare lettere nel programma elettorale del Sindaco D’Alberto, che prometteva:
“Il recupero funzionale del Castello Della Monica in coerenza con la visione del suo artefice Gennaro Della Monica, in previsione di un Museo della Città, che possa valorizzare e ricollocare l’arte aprutina”
Appunto, un museo… non gli aperitivi delle fallimentari “Virtù estive”, non le cene aziendali, non di certo le feste in maschera dei ragazzini, organizzate accalcando centinaia di bambini e genitori. Ma in fondo, si sa, la Cultura non serve… molto meglio le feste e le sagre, le sbicchierate e le tazze, la birra e gli aperitivi… in fondo, anche in tv: i documentari sui Musei Vaticani fanno molta meno audience del “Castello delle cerimonie”.
Ecco… adesso anche Teramo ha il suo castello delle cerimonie … e tra un po’, vedrete, arriveranno anche i matrimoni con quindici portate, volo di colombe e cantante napulitano…