RICEVIAMO DALLA SOPRINTENDNZA E PUBBLICHIAMO
Alla luce dell’articolo pubblicato sulla testata online Certastampa.it in data 04.11.2022 dal titolo “Nuovo ospedale: la Soprintendenza e le opposizioni chiedono saggi archeologici sulle ville romane scoperte a Piano d’Accio”, si comunica quanto segue. In data 21.09.2022 la Soprintendenza ha ricevuto una segnalazione dall’Ing. Domenico Di Baldassare in merito alla presenza di reperti archeologici a Teramo, in Loc. Piano d’Accio, in alcuni terreni privati che, da qualche tempo, sono indicati fra le possibili sedi del nuovo Ospedale.
L’Ingegnere ha rimosso i beni rinvenuti, non attenendosi a quanto previsto dall’art. 90 del D. Lgs. 42/2004, Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, che al comma 1 recita “Chi scopre fortuitamente cose immobili o mobili indicate nell’articolo 10 ne fa denuncia entro ventiquattro ore al soprintendente o al sindaco ovvero all’autorità di pubblica sicurezza e provvede alla conservazione temporanea di esse, lasciandole nelle condizioni e nel luogo in cui sono state rinvenute. Della scoperta fortuita sono informati, a cura del soprintendente, anche i carabinieri preposti alla tutela del patrimonio culturale”.
La Soprintendenza ha ritenuto opportuno, secondo quanto impone il proprio ruolo di tutela sul territorio, predisporre un sopralluogo in data 24.10.2022 nel corso del quale è stata rilevata la presenza sul campo di sporadici materiali ceramici (nel numero di pochi frammenti inferiori alla decina), fortemente dilavati e poco riconoscibili.
In merito alle interpretazioni offerte dall’Ingegner Di Baldassare, questa Soprintendenza evidenzia che nessun elemento sul campo, a meno che non siano state effettuate ulteriori ricerche non autorizzate, permette di formulare ipotesi certe su quanto eventualmente presente nel sottosuolo dei terreni esaminati. Pertanto, questo Ufficio si dissocia da qualunque formulazione circa la certa presenza di resti archeologici nei suddetti lotti di terreno, con particolare riferimento all’interpretazione, attribuita erroneamente alla Soprintendenza nel citato articolo, relativa alla presenza di un abitato dell’età del ferro.
Qualunque dato scientifico potrà essere verificato solo a seguito di approfondimenti specifici, che spettano in via esclusiva allo scrivente Ufficio.
Risulta altresì necessario rilevare che l’articolo sopra citato riporta altre imprecisioni in merito alla procedura di Verifica Preventiva dell’Interesse Archeologico, di cui all’art. 25 del D.Lgs. 50/2016, la quale è obbligatoria per le opere pubbliche, e non solo per l’Ospedale in questione, nella fase di redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica. Pertanto, nessun procedimento speciale è stato richiesto in merito all’eventuale progetto dell’Ospedale, per il quale, appare opportuno specificarlo, non è stato ancora avviato alcun iter amministrativo presso lo scrivente Ufficio. Appare doveroso sottolineare che, in ogni caso, il documento di Valutazione Preventiva dell’Impatto Archeologico, di cui al citato articolo di legge, dovrà essere redatto da una figura professionale ben precisa, l’archeologo (e non altre professionalità o appassionati), in possesso di diploma di laurea e specializzazione in archeologia o di dottorato di ricerca in archeologia.
Infine, per quanto concerne la pubblicazione dell’immagine dei materiali archeologici di proprietà dello Stato che, secondo quanto riportato dall’Ingegner Di Baldassare, sono stati rivenuti nei terreni siti in Piano d’Accio, nessuna richiesta risulta pervenuta allo scrivente Ufficio ai fini dell’autorizzazione alla pubblicazione, secondo quanto previsto dagli articoli contenuti nella Parte II, Capitolo I, Sezione II del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004).
Duole altresì constatare che, in ogni caso, l’eventuale presenza di beni culturali di interesse archeologico nel sottosuolo viene messa in serio pericolo dalla diffusione di informazioni che potrebbero indurre persone interessate a ricerche abusive a compiere atti illeciti, esponendo a rischio l’eventuale patrimonio archeologico dello Stato. Questa Soprintendenza procederà secondo le sue competenze.
IN RISPOSTA ALLA SOPRINTENDENZA
Gentilissimi signori,
Per tutto quello che riguarda l'ingegner Di Baldassarre e le sue valutazioni, giriamo allo stesso la vostra lettera, perché risponda nei modi che riterrà più opportuni. Per quello che riguarda la vicenda, non siamo riusciti a capire, tra le righe dell'impettita riaffermazione del prevalente ruolo della burocrazia, se la Soprintendenza intenda o meno verificare l'esistenza di reperti archeologici, in un'area non distante da quella che il dottor Staffa - un archeologo "vero" come direste voi - considerò di interesse. Non abbiamo capito - ma è un limite nostro - se ai vostri occhi sia più interessante il rispetto di una prassi autorizzativa sulla pubblicazione di una foto (tristissimo il tentativo - lasciatecelo dire - di limitare il nostro diritto di cronaca) o l'accertamento della presenza di testimonianze del passato.
Per essere più chiari: verificherete? E se sì, quando? E se no, perché?
Attendiamo nuova burocratica risposta
PS la foto è una nostra elaborazione, non serve l'autorizzazione giusto?