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“L’hanno chiamata Ciclovia Adriatica, confermando che il progetto ha preso vita nel 2015, ma è tutta una mera montatura politica per nascondere la verità dei fatti, fatta di lungaggini ed opere progettate nel anni 90 e mai realizzate”. Questo è il secco commento di un architetto che condanna duramente le lungaggini politiche di un progetto della Comunità Europea nato in realtà nella fine degli anni 80. “Si chiamava Corridoio Adriatico” precisa il tecnico che preferisce rimanere in anonimato “ed in molti siamo stati impegnati nella progettazione di questo: su tutto il versante Adriatico, la Comunità Europea voleva realizzare una mobilità più efficace sia sulla linea ferrata (per i treni veloci), sulle autostrade (con realizzazioni delle terze corsie) e con l’istituzione delle piste ciclabili”. Pineto ha creduto da subito in questo progetto e già negli anni 90, tra amministrazione Lemmi e Parisse, ristrutturò integralmente la pineta storica con un pavimento ecocompatibile, realizzò il lungomare di Scerne ed avviarono la progettazione del corridoio di collegamento tra Pineto nord e la frazione stessa. Insomma, per non farla lunga, per un decennio abbondante il progetto ha dormito nelle stanze dei palazzi comunali, regionali e provinciali. Il progetto del ponte in legno sul fiume Vomano è stato realizzato come fanalino di coda di un progetto di mobilità globale ciclopedonale della provincia di Teramo che vide il suo inizio progettuale un ventennio fa. Furono infatti realizzati i famosi ponti in legno sui fiumi Salinello, sul Tordino e tanti altri, nel rispetto del progetto Corridoio Adriatico. Alcuni di questo ponti sono oramai quasi cadenti per mancanza di manutenzione. “Ci sarebbe in verità poco da festeggiare per l’inaugurazione di un ponte che si sarebbe dovuto realizzare per primo almeno un decennio fa” prosegue il tecnico “Si ricorda che il tratto che attraversa Silvi, Pineto e Roseto è sempre pieno di ciclisti amatoriali che attraversano il lungo canale verde ed è stato da sempre davvero sconfacente far risalire pedoni e ciclisti sul ponte della SS16 dove non esiste un congruo marciapiede e pista ciclabile e dove il traffico pesante la fa da padrona”. Come si è fatto in questo lungo tempo a sottovalutare questo aspetto e soprattutto quanti finanziamenti europei sono passati in cavalleria per incompiuta progettazione? Tanti purtroppo. Oggi dunque si festeggerà un risultato che, nel suo lungo percorso di realizzazione, ha mietuto incidenti anche mortali come ahimè ben sappiamo.

MAURO DI CONCETTO