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Mentre leggiamo sui giornali, in questi giorni, dei costi aumentati del 10% (causa incremento delle bollette) per gli skipass, in vista della riapertura degli impianti sciistici in Abruzzo, e parliamo di Ovindoli, Campo Felice, Campo Imperatore, Roccaraso e leggiamo sempre che l'8 dicembre è prevista la riapertura, ci fa rabbia dover ricordare che invece, la più importante stazione della nostra bella montagna: Prati di Tivo rimarrà spenta anche questo inverno, con alberghi chiusi e senza l'ombra di un cenone. 

Per colpa di chi? Della Provincia? Del Comune di Pietracamela, del gestore Finori che prima è stato necessario per la Gst e poi invece...

Una cosa è certa, se i Prati sono nelle condizioni di oggi, la colpa non è soltanto di una persona o di un ente.

Tutti hanno le loro responsabilità.

Una quota di colpa. 

Immagino che adesso, leggendo queste parole, si "dissocerà" da questa mia analisi la ProLoco, il giovanissimo presidente 26enne della quale, nipote del Sindaco Villani (il cui ruolo non sarebbe esattamente compatibile con quello dello zio, secondo noi, ma lui non si dimette e rimane in sella nonostante gli abbiano consigliato di farlo). 

Perché lui è fatto così: si dissocia.

Protegge la pagliuzza, mentre va a fuoco il pagliaio, con quella stessa vocazione di pensare al proprio recinto, che è da sempre il male più grande di chi abita le nostre montagne.

La ProLoco cercherà di organizzare un aperitivo nel piazzale. Staremo a vedere quanta gente salirà per amore della montagna o per amore del vino buono, nel frattempo un esame di coscienza da parte degli amministratori pubblici (Provincia in primis) che continuano a mettere la testa sotto la sabbia, anzi:.. sotto la neve sarebbe auspicabile. Proprio per l’ammissione di quella quota di colpa che nessuno sembra volersi prendere. 

Oggi intanto si consumerà l'ennesimo atto davanti ad un tribunale: quello di Ascoli, che si esprimerà sul decreto ingiuntivo inviato da Finori alla Gst per 230 mila euro, relativo fatture non pagate, che la Gst continua a sostenere di aver pagato.

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