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Attimi di forte tensione ieri nell’incontro pubblico serale della popolazione di Torre San Rocco e Scerne, contro gli impianti di smaltimento dei rifiuti. La questione è molto sentita dalla popolazione: hanno infatti partecipato almeno una persona di ogni abitazione di Via Giove e tantissimi del quartiere di Torre San Rocco e Scerne. Più di cento gli intervenuti. L’attimo di pura tensione è quando sono intervenuti “a sorpresa” alcuni componenti dell’azienda “incriminata” che si occupa dello smaltimento e della gestione degli impianti, accompagnati dal loro legale Ida Nardi.
“A metà dell'incontro”, ci spiega Alejandro uno degli organizzatori e promotori del comitato cittadino, “quando stavamo votando per la nomina del presidente e dei consiglieri del comitato, sono intervenuti a sorpresa, dei dipendenti delle due aziende della controparte accompagnati dal loro legale, l'avvocato Nardi. Naturalmente abbiamo provato ad ascoltare le loro ragioni, ma i sentimenti erano talmente tesi che ad un certo punto si è rischiata la rissa. Le persone del luogo sono veramente esasperate, sono soprattutto gli anziani ad essere arrabbiati, si tratta di quelle persone che vivono qui da sempre e col passare degli anni si sono visti invadere prima dalla zona industriale, poi da quella follia urbanistica che è la zona artigianale in mezzo alle case, ora dalla spazzatura... Impossibile dargli torto, anche quando relazionano lo spaventoso aumento delle neoplasie tra gli abitanti della zona con la presenza e la lavorazione dei rifiuti”.
Con qualche difficoltà, gli animi si sono placati e si è deciso di rinviare ad altra data un incontro con le aziende interessate. “Ci ha fatto comunque piacere la loro partecipazione” prosegue l’organizzatore “Ci ha permesso di chiarire che le nostre azioni non sono rivolte verso i singoli dipendenti o per l'importante lavoro che svolgono, ma unicamente per la totalmente errata ubicazione degli impianti e della tipologia di lavorazione all'aperto. La raccolta firme sta andando bene e pensiamo di superare le 200 adesioni”.
Tra gli obbiettivi del "Comitato cittadino per la tutela della salute e dell'ambiente" oltre alla delocalizzazione degli impianti dei rifiuti, la riqualificazione urbana della zona e la creazione di viabilità alternativa per la zona artigianale. È stata anche aggiunta la possibilità della creazione di una comunità energetica, appena le leggi in merito diventino più chiare, in modo da far fronte all'aumento dei costi energetici usufruendo dei benefici fiscali derivanti e della possibilità di poter chiedere tetti e coperture di edifici pubblici in zona per l'installazione del fotovoltaico di comunità.
Insomma, il nascente comitato, stufo delle annose promesse politiche di maggioranza e minoranza tutta, si è rimboccato di fatto le maniche ed intende agire autonomamente. A quanto pare, la loro azione, alla luce dell’intervento dell’azienda con il legale, risulterebbe molto temuta. Come mai, dopo il grande incendio del capannone di anni fa, non è stata mai più stipato in aree coperte il deposito del pattume differenziato, che, nelle giornate di forte vento svolazza per le vie e si deposita in piante, campagne ed abitazioni private? All’incontro, unico personaggio politico presente era Pasquale Brecciarola della Lega, che ha anche ospitato e rifocillato la nutrita folla di presenti. Presente anche la presidente di Legambiente Teramo.

Mauro Di Concetto