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Chi distribuisce il vitto nei quattro Ospedali teramani, stante la proclamazione dello sciopero di giovedì 15 dicembre, avrebbe potuto benissimo optare per un'astensione totale dal servizio proprio come previsto dalla normativa e in assenza di riscontro al sindacato Filcams Cgil da parte della Pap. Ma per “senso di responsabilità” e “per non far rimanere senza cibo i pazienti” i lavoratori e le lavoratrici dell'appalto in essere “garantiranno un servizio minimo”. Lo rende noto il segretario provinciale della Filcams Cgil, Mauro Pettinaro, contestando l'assenza di comunicazioni da parte della Pap “alla pec inoltrata venerdì 9 dicembre con cui, come riferito anche nell'incontro in Prefettura, si chiedeva all'azienda di comunicare i livelli minimi dei servizi per garanrire il servizio e il diritto allo sciopero”. Pec rimasta senza risposta, stando a quanto riferisce Pettinaro: “Nonostante tutte le accortezze che sono state intraprese la Pap Srl non si è degnata e non si è preoccupata nemmeno di comunicare i livelli minimi per consentire ai pazienti dei 4 presidi ospedalieri di non digiunare”. “Il senso di reponsabilità che ha sempre contraddistinto l’azione sindacale e l’azione delle lavoratrici e dei lavoratori continuerà ad esserci, nonostante si continua a registrare un atteggiamento incredibilmente irresponsabile e privo di qualunque interesse verso stipendi e servizio da parte dell’azienda”, annota il segretario. Confermato, quindi, per giovedì 15 dicembre lo sciopero “pur se al 50%, ma, come abbiamo annunciato, questa volta non ci fermeremo più. Il 15 dicembre chiederemo all’assessora regionale alla sanità Nicoletta Verì se è possibile che dentro gli Ospedali e le Case di Riposo lavoratrici e lavoratori che garantiscono tutti i giorni il pasto ai pazienti e agli anziani possano essere trattati in questo modo, possano lavorare senza ricevere lo stipendio”. E annuncia che, se venerdì 16 dicembre non dovessero arrivare tutti gli stipendi “continueremo lo sciopero e i sit-in nelle giornate del 24 e del 25 dicembre e continueremo ad oltranza fino a quando non verranno restituiti dignità e rispetto alle lavoratrici e ai lavoratori”. Stessa sorte – annuncia sempre il sindacato - per le lavoratrici e i lavoratori della Casa di Riposo, mentre per quanto riguarda i comuni di Alba Adriatica, Castelli e Morro D’Oro la Filcams annuncia – a favore delle famiglie che in questo modo vengono pre-allertate - “che il servizio potrà o non essere svolto o essere svolto in maniera molto ridotta”. Conclude Pettinaro: “Ci auguriamo che le comunità e le istituzioni che le rappresentano (la politica e la Asl) non abbandonino lavoratrici e lavoratori che, ancora una volta, dimostrano di avere molta più responsabilità dei propri datori di lavoro. Datori di lavoro che non hanno sentito il bisogno di fare alcuna telefonata, che non hanno sentito il bisogno di fare alcuna comunicazione scritta (se non in maniera tardiva e fuori tempo consentito dalla legge), che non hanno sentito il bisogno di interloquire nonostante conoscono perfettamente la situazione”. Più volte la Filcams ha denunciato “la mancanza di personale (nell’Ospedale di Sant’Omero a prescindere dallo sciopero c’è un problema di personale e non si sa se si è in grado di garantire il servizio), la mancanza di fruizione delle ferie (c’è già depositata una denuncia all’ispettorato perché la maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori hanno buste paga con accumuli importanti di ferie non godute), la scarsa attenzione che si ha riguardo la sicurezza sul lavoro (abbiamo segnalato già gli innumerevoli problemi riguardo i luoghi di lavoro all’interno delle cucine degli Ospedali)”. Basta scuse, chiede la Filcams Cgil Teramo: “Andremo fino in fondo e dagli enti committenti vogliamo solo sentire soluzioni definitive che mettano fine a questa triste e dolorosa vertenza”.