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Tre Centrali Operative Territoriali, anche dette COT, 2 Ospedali di Comunità che, però. ospedali non sono... ed 8 Case di Comunità, con un corollario di piccoli ambulatori per le aree interne e quelle più distanti dal capoluogo: sono queste le nuove strutture in capo alla Asl di Teramo e a servizio della Sanità territoriale e socio-assistenziale che verranno realizzate dal 2024 in poi (entro, comunque, il 2026), con l'obiettivo di snellire gli accessi "impropri" ai quattro presidi ospedalieri esistenti ed ottimizzare l'assistenza di prossimità agli utenti. Si tratta di strutture che verranno create (e in tre casi realizzate ex novo), tra entroterra, Teramo città e costa teramana, tramite fondi Pnrr. Lo prevede il decreto ministeriale 77/2022 oggetto dì approfondimento in seno alla Commissione regionale Sanità e che l'assessorato regionale di Nicoletta Verì ha confermato nei giorni scorsi. Milioni di euro pioveranno, quindi, sull'azienda sanitaria teramana. 

Ma vediamo, nel dettaglio, dove sorgeranno queste tredici nuove quanto attese strutture sanitarie territoriali.

Partiamo dai COT, le Centrali Operative Territoriali: verrà creata una a Teramo, nel lotto che ospita già la centrale operativa del 118 del Mazzini per intenderci; una a Roseto dove oggi c'è il Consultorio e una a Nereto, in un locale che sarà oggetto di ristrutturazione. Priorità del cronoprogramma, realizzate i COT entro la prima metà del 2024.

Passiamo ora ai 2 Ospedali di Comunità: attenzione, non si tratta di strutture ospedaliere tradizionalmente intese ma strutture sanitarie di riferimento: uno sorgerà in contrada Casalena a Teramo, dove la Asl come noto dispone di ampi terreni e sarà una realizzazione ex novo (si prevedono 4 milioni di euro). Il secondo, sarà realizzato ad Atri in zona Ospedale (importo previsto 1,7 milioni di euro).

Dove nasceranno, invece, le 8 Case di Comunità? Innanzitutto, dobbiamo fare una distinzione: si tratterà di 3 "hub", funzionanti h24 e 7 giorni su 7, e di 5 "spoke", operative h12. Le tre Case "hub" verranno realizzate a Teramo, in contrada Casalena, su un terreno di proprietà della Asl (3,2 milioni); a Roseto all'altezza della rotonda del Globo su un terreno donato alla Asl dal Comune (3,8 milioni di euro); a Nereto accanto all'attuale Distretto sanitario dove verrà eseguito un ampliamento strutturale su un terreno, anche questo donato dal Comune (oltre 2 milioni di euro). Le cinque Case di Comunità "spoke" sorgeranno invece a Montorio al Vomano, Isola del Gran Sasso, Martinsicuro, Bisenti e Silvi. Il piano prevede che vengano effettuati, ove possibile, degli adeguamenti delle strutture già esistenti e gestite dalla Asl con proprio personale e proprie strumentazioni.

Il tutto in attesa della realizzazione dei cosiddetti "punti di erogazione", ossia piccoli ambulatori che serviranno a fornire prime risposte ed erogari servizi sanitari alla popolazione di Comuni distanti da centri principali. Pensiamo al presidio che verrà aperto, finalmente, a metà gennaio, a Castel Castagna così come quello che si intende aprire a Cellino Attanasio e Sant'Egidio e, quando si troveranno locali idonei, a Giulianova. Un ambulatorio di questo tipo è stato già reso operativo a Mosciano Sant'Angelo.