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Il Dottore Elso Castelli era mio amico.

Abbiamo passato ore e ore insieme.

Mi correggo: io ed Elso eravamo come fratelli.

La sua dedizione alla famiglia era assoluta.

La sua dedizione alla professione di medico era assoluta.

Elso era una persona caritatevole, di rara generosità.

Ricordo le tante discussioni e ragionamenti sulla questione dell'acqua, spulciando carte, montagne di incartamenti nel soggiorno di casa mia: era seriamente e motivatamente preoccupato della salute dei teramani.

Fu il primo a preoccuparsi personalmente della vaccinazione Covid-19, con rischio, spronando i suoi colleghi a fare altrettanto

Quella del medico era una professione che aveva raggiunto con enormi sacrifici, da studente lavoratore. Una vita di sacrifici di "un medico contadino" diceva sempre. È stato lui per primo a preoccuparsi di mettere in piedi il servizio UCCP presso la ASL di Teramo, utile a dare continuità al servizio ambulatoriale dei medici di base.

Elso aveva la saggezza contadina, che è la sapienza più grande. E mi raccontava pure di questo. Aneddoti della sua vita da ragazzo di Cellino Attanasio, che lo invitai a mettere per iscritto per farne un libro. Elso, però, sapeva tutta la durezza della vita. S

apeva che lotta è il vivere quotidiano, lui che ha dovuto conquistarsi tutto con la forza delle sole sue forze.

A me Elso ha salvato la vita. I

o non ho saputo fare altrettanto. Dio, ne sono certo, conosce tutto il Vero che c'era in quest'uomo, e saprà salvare la sua Verità.

MASSIMO RIDOLFI