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Quando entravamo in sala di danza, nella piccola scuola di Montorio lui era sempre seduto sulla panchina del suo giardino, ci accoglieva felice e motivato ad insegnare ogni volta qualcosa in più...

Un maestro buono, comprensivo, di altri tempi. Lui vedeva nei suoi allievi (eravamo in 4 io, Alice ,Fabio e Marco) la sua proiezione ai tempi d'oro. Con estrema pazienza e maestria spiegava gli esercizi pur avendo sempre quel maledetto dolore alle anche. Ci motivava a non mollare e credere alle nostre potenzialità. Un'anima elegante, gentile, umile e buona che ardeva nel poter dare a noi ciò che i piu grandi coreografi italiani gli avevano trasmesso.

Quegli occhioni blu che brillavano ogni volta che ricordava i bei tempi trascorsi sul palco con Raffaele Paganini, Tuccio Rigano, Carla Fracci, Rudolf Nureyev, Roberto Bolle... Era uno scrigno di legno finemente lavorato pieno di umanità e di sapere in materia.

Il maestro Arturo non si metteva in mostra, preferiva restare "dietro le quinte" rispettoso e paziente pur avendo in sé ancora tantissimo da dare... E nello stesso silenzio, in punta di piedi, elegante come sempre è uscito di scena.

Ciao Maestro, grazie per i tuoi insegnamenti che tutt'oggi, che insegno danza in Germania, porto con me e trasmetto ai miei allievi.

Mattia Bella De Iovita