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castiglione messer raimondo vincenzo dercole

Che abbia voluto lanciare un segnale forte e chiaro non presentandosi nel primo Consiglio provinciale dell'era D'Angelo in via Milli è più che chiaro. Come chiara è la posizione di coerenza manifestata dal consigliere provinciale e sindaco di Castiglione Messer Raimondo, Vincenzo D'Ercole, rifiutando qualsiasi proposta di delega. L'assenza nel Consiglio provinciale di giovedì mattina è stata, di fatto, la manifestazione plastica del proprio rifiuto e della propria posizione. "Io non sono contro qualcuno, io mi sono posizionato lì dove ha scelto l'elettorato di secondo livello. Ho perso, giusto? Non posso accettare la delega di un Presidente che io non ho sostenuto e non ho contribuito a sostenere, punto" dichiara D'Ercole. "Dovrà pur valere qualcosa o no la parola data?" chiede retoricamente. Ma la risposta purtroppo a questa domanda retorica, visto quanto accaduto poi nel segreto (mica tanto, poi) dell'urna provinciale, è un bel no. A quanto pare non vale la parola data, no. "Per me la coerenza ha un valore, anche e sopratutto in Politica. Così come la parola data... Se ci ho messo la faccia, convintamente, sostenendo un candidato presidente (Domenico Piccioni, ndr) come potrei mai accettare la delega di un presidente non votato? Come potrei mai farlo? Io non lo faccio non solo per rispetto per me stesso e i miei valori ma anche per rispetto agli amministratori con i quali si è fatto un percorso", prosegue il consigliere. I riferimenti sono tanti, a cominciare dai compagni di partito che hanno prima portato Vagnoni e poi si sono ritrovati delegati. D'Ercole è pronto chiaramente a sedersi sul suo scranno in minoranza in via Milli e votare "secondo coscienza e coerenza per il bene della comunità provinciale". Uno scranno, il suo, di fatto isolato visto che de La Casa dei Comuni, l'80% del gruppo consiliare risulta destinatario di delega da parte del neo presidente Camillo D'Angelo. "Siamo stati criticati (come PD, ndr) per aver sostenuto un accordo politico con Fratelli d'Italia, ora sembra tutto normale assistere a due Destre che votano diversamente e a chi ci si siede accanto...La normalità diventa l'eccezionalità a quanto pare no? Io continuo a rispondere ai miei valori..." conclude D'Ercole, augurandosi "che le tante differenti sensibilità politiche delegate alla guida di questo ente provinciale siano davvero in grado di raggiungere gli obiettivi in maniera sinergica". Ce la faranno? "Io non lo so, me lo auguro vivamente per il bene dei territori, senza distinguo alcuno. Mi auguro vivamente che faccia bene Camillo D'Angelo visto che i territori hanno bisogno di molte risposte". E poi, in fondo, tra un anno e mezzo si rivoterà. E sicuramente D'Ercole saprà, come adesso, da che parte stare.