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Cuorirussi
Solo in Italia si discute sulle reali responsabilità della guerra in Ucraina, sulla efficacia delle sanzioni economiche imposte alla Russia dalla comunità internazionale e sulla necessità di sostenere militarmente l'esercito ucraino. E qui si discute pure senza offrire concrete alternative che riescano a concretarsi oltre la chiacchiera da bar: non c’è nessuno insomma che dal bancone del suo bar si stacchi per andare a discutere di pace con Vladimir Putin.

Proprio ieri un amico, in contatto tramite Telegram con degli artisti russi, mi diceva che il popolo russo è all'oscuro di tutto, che il loro collegamento alla rete è limitato a ciò che il dittatore desidera che loro sappiano: il popolo russo non sa neanche della proposta di pace avanzata dal Governo Cinese, e questo la dice tutta – se ancora ce ne fosse bisogno – sulle reali intenzioni di pace di Vladimir Putin.

L'economia russa è annichilita dalle sanzioni imposte dall'Occidente, checché ne dicano i propagandisti italiani, risoluzioni che hanno lo scopo riuscito di indebolire le capacità belliche del nemico, che ha evidenti problemi di armamento e arruolamento, e ricorre per questo sempre più a organizzazioni paramilitari private come il gruppo Wagner – a proposito di filonazisti.

I dati economici forniti dagli analisti internazionali (FMI e OCSE) per il 2022 riportano per la Russia un crollo del PIL del -2,9% e di una inflazione all'11,5% – in Italia, tanto per farsi una idea, per il 2022 si è registrato un PIL a +3,9% e una inflazione all'8,1% –, e nel 2023 è previsto un calo del PIL che oscillerebbe dal 2,3% al 5,6% e un dato di inflazione al 14%. Le importazioni sono crollate del 35,2% e le esportazioni del 30,9%. Mentre il mercato azionario russo nel 2022 è diminuito di un terzo: il Moex, l'indice di borsa russo, si è contratto dai 3600 punti ai 2200 punti.

Ma ben più duro è lo studio pubblicato dall'Università di Yale –non certo autorevole quanto il baretto sotto casa – il 20 luglio 2022 (Linkhttps://bit.ly/3IYRXjA), che dice semplicemente falso il racconto fatto dalla propaganda putiniana che descrive una economia russa ancora forte e che le sanzioni colpirebbero più i sanzionatori che i sanzionati: l'università americana parla di una economia russa paralizzata e che l'inflazione avrebbe addirittura raggiunto picchi del 40%, e del 60% nel comparto tecnologico – quello degli armamenti appunto.

Ma, se ciò non fosse abbastanza chiaro, gli effetti delle sanzioni alla Russia sono evidenziati sul campo di battaglia, dove Putin ha dovuto rivedere tutta la strategia di occupazione retrocedendo nel Donbass e rinunciando definitivamente alla presa di Kiev, che doveva conquistare in 3 giorni: l'esercito russo è un rottame del '900.

Questa guerra finirà presto ma solo quando il regime di ValdimirPutin cadrà, e non ci sarà nessuna escalation nucleare e rimarrà una guerra regionale, perché lo stesso Putin sa che non può spingersi oltre le minacce che lancia all'Occidente dal primo giorno di guerra e che solo minacce resteranno, come è perfettamente consapevole di essersi ficcato in un cul-de-sacsimile al disastro afgano 1979-1989 – avvenuto nell'ancora imperante Unione Sovietica, che tanti Nostri idioti nostalgici ripensano possibile, e difendono vedendo in Putin un possibile restauratore della falce e del martello su fondo rosso sangue, solo perché una falce e un martello dal Vero non l'hanno mai tenuti in mano per guadagnarsi di che vivere, per questo mentitori socialmente assai pericolosi e che andrebbero schedati e sorvegliati –, dove l'esercito russo fu costretto a una disastrosa ritirata con la perdita di 26000 uomini per mano dei mujaheddin, finanziati e armati dal Governo degli Stati Uniti d'America; ma in Ucraina gli americani e la NATO oggi appoggiano e armano un intero esercito a difesa del proprio popolo e non dei guerriglieri.

La Storia non insegna, non è mai accettata maestra, soprattutto dal popolo russo, che è molto più fragile di quello che si possa immaginare.

Ma nessuno odia Vladimir Putin quanto un russo – neanche un ucraino –,ché ha inventato un nemico al quale fare la guerra per nascondere la verità di un grande Paese affamato di pane e libertà.

MASSIMO RIDOLFI