L'investitore dell'orso Juan Carrito passa al contrattacco e querela il movimento animalista Stop Animals Crime dopo essere stato completamente scagionato dalle accuse mossegli, poche ore dopo l'incidente avvenuto il 23 gennaio scorso sulla statale 17 che è costato purtroppo la vita del pantigrado più amato d'Italia. Luciano Grossi querela, ora, chi aveva presentato un esposto per uccisione di animali in procura sostenendo che l'uomo avesse avuto una guida pericolosa, non rispettando il limite di velocità stabilito in quel tratto di strada della statale 17, nei pressi di Castel di Sangro. Non solo. Nell'esposto si metteva in dubbio anche la tempestività con cui aveva allertato i soccorsi e di aver cambiato più volte versione. Accuse da cui i carabinieri di Castel di Sangro lo hanno completamente scagionato da ogni responsabilità per la morte del plantigrado: nella relazione i militari spiegano agli inquirenti che il giovane aveva immediatamente contattato il numero di emergenza 112, chiedendo assistenza per l'animale. Nel tratto di strada dove è avvenuto l'impatto non vi è illuminazione pubblica, l'asfalto si presentava bagnato e Grossi «andava piano con l'auto a causa della scarsa visibilità dovuta ad una lieve nebbia», hanno scritto i carabinieri nella loro relazione