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Carbonizzato completamente, la moglie ha potuto riconoscerlo solo dalla fibbia della cintura dei pantaloni, uno dei pochissimi oggetti risparmiati dalle fiamme che hanno ridotto ad un ammasso di lamiere l'auto su cui è morto un uomo di 58 anni, imprenditore edile titolare col fratello di una piccola impresa. Nicola Di Crescenzo, di Guardiagrele, era uscito verso le sei del mattino ma, meno di un'ora dopo, lo hanno ritrovato morto carbonizzato nella sua Fiat Panda lungo una discesa di Roccamontepiano, in via Pomaro, vicino al sottopasso dell'ex statale 81, al confine con Casalincontrada. A lanciare l'allarme, segnalando un'auto in fiamme, è stato un operaio. L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Giuseppe Falasca, è condotta dai carabinieri. L'ipotesi principale è quella di un gesto volontario: non è da escludere che sia stata utilizzata della benzina, acquistata di recente, per appiccare l'incendio. Quel che è certo è che Nicola non ha mai parlato con i familiari di eventuali problemi economici o di altre questioni che lo preoccupavano