تَتكَورُ المُوسِيقَى مِن الفَراغِ.. يَتكَورُ الفَراغُ مِن الزَّمنِ.. يَتكَورُ الزَّمنُ مِن الحُبِّ..
إِبتَدأَ الزَّمانُ بِثبَاتِ نَفسِي لَحظَة تَماهِي الغَديرِ.. نَجمٌ أَومضَ بِسكُونهِ عَلى الأَثيرِ..
مُتغَنّجَا بَينَ خَيطَي الفَجرِ.. غَابةُ زُمردٍ والنَّهارَاتُ مِن حُضنِها تَطيرُ..
إِنّنِي كَلمةُ الرَّبِ عَلى ظَهرِ الغُصنِ.. وحَسرَة مِن لَا إِرادِيةِ الحُبِّ تَتغَشَّى مِن أَمرهِ إِلى الرُّوحِ.. شَمسَا
مُلتَفعةً بِشفَافِيةِ الكَركَراتِ.. مِن المُوسِيقَى وعَلى الخَرابِ هَائِمةً بِالنَّسيمِ.. فَراغٌ يُخرجُ مِن المِرآةِ
القَديمةِ ويُرفعُ لِلخَيالِ.. حُبٌ بِالمَحفُوظِ مِن الذُّرى بِقَدرِ سُنبُلةِ الضُّحى يُهفْهفُ.. زَمنَا بِعبَاءَتي الَّليلِ والنَّهارِ يَتدَثرُ.. عَدمٌ يَهبُ الوُجودَ هُناكَ عَاليَا.. ولُغةٌ يَتنَزّلُ مِن لَانِهائِيةِ الطَّبيعَة عَلى الفَقرِ بِالحُرّيةِ..
2018 ديسمبر 6
La musica è plasmata dal vuoto.. il vuoto è plasmato dal tempo.. il tempo è plasmato
dall'amore..
Il tempo è iniziato con la stabilità di me stesso quando il flusso è allineato.. una stella ha
mostrato la sua quiete nell'etere..
Amoreggiare tra le ombre dell'alba.. una foresta di smeraldi e il giorno vola dal suo
abbraccio..
Sono la parola del Signore sul retro del flusso.. e a lamento per l'involontarietà
dell'amore lamentandosi con l’anima.. un sole avvolto nella trasparenza delle risate..
dalla musica alle rovine vagando con la brezza.. il vuoto esce dal vecchio specchio e
sale all’immaginazione.. un amore custodito con il migliore degli atomi come tanto
quanto un sussurro del mattino all’orecchio.. un tempo avvolto nel manto della notte e
del giorno.. un nulla che dona un'esistenza trascendentale.. e un linguaggio che
discende dall'infinità della natura sulla povertà carica di libertà..
6 dicembre 2018
Quando Ahmed Mohamed Ramadan mi contattò da Mosul, Iraq, perché leggessi le sue poesie, nella loro versione in lingua italiana per opera di Stefania Maria Miola, il mio pensiero non poteva, con sincera emozione, non tornare alla città nord irachena – l’antica Ninive, la capitale dell’Impero Assiro, Mesopotamia, terra tra Tigri e Eufrate, terra più antica dell’uomo – quando nel marzo del 2017 fu frantumata come un biscotto dai droni americani a caccia dell’ISIS; azione militare che distrusse impunemente l’intero quartiere di al-Aghawat al-Jadidah uccidendo più di cinquecento civili inermi; eccidio che, da scrittore, cercai di cristallizzare in questi pochi versi dentro questa immagine raccolta nel componimento A Mosul: un gatto resiste / nero rampicante // scala le macerie / mentre una bambina // toglie i calcinacci / dall’auto del papà // rimasta un giallo / rottame sotto casa; che replicai nella stessa silloge – Biografia di un innamorato, aprile 2018, inedita – con un successivo componimento, Le scuole di Mosul: cosa di meglio / ti ha insegnato // questa guerra / di non fare più la guerra.
Quindi Ahmed, con le sue poesie, mi ha riportato indietro nel tempo; e un tempo che, probabilmente, è ora passato solo nel nostro comodo Occidente ma non lì, dove i problemi restano ancora attaccati alle macerie e ai tanti, troppi ingiustificabili lutti.
Ma Ahmed sa sollevare da tutto questo un canto antico, che arriva da una storia prima della Storia, magari tramandata dal racconto di un vecchio accanto al fuoco o dai testi sacri: c’è un’aria da Le Mille e una notte in questi suoi testi, atti di una magia tutta terrena che innalza le sue parole, intere e concrete, al Cielo; un Cielo che sembra ascoltarle tutte queste parole intere e concrete, e di raccoglierle a una a una per ricomporre in un luogo sicuro tutti i versi di questo poeta, per poi ridonarle al suo mittente in uno spazio pacificato dove tutto è finito e infinito insieme.
Ahmed nelle sue preghiere, perché come tali vanno intesi questi suoi testi (come tale è ogni poesia), riesce a interrogarsi sull'esistenza fisica dell'uomo e quindi biologica; una esistenza biologia che però si confronta con il Cosmo, figlio dell’ordinato Caos della Creazione – è nota ed ereditata l’attitudine araba alla matematica, e qui l’occhio del poeta iracheno si fa addirittura scientifico mutuando anche lemmi dal vocabolario medico –, e tutto questo l'ho trovato straordinario, tanto da accettare, più di un anno fa, di curare la prima edizione italiana delle sue poesie, perché in questa opera si indagano Cosmo e Caos, che noi osserviamo e valutiamo come casuale opera ordinata perché non abbiamo l'intelligenza di Dio: non abbiamo l'intelligenza di Dio per tradurre e comprendere questo alto linguaggio, questo divino caos ordinato, supremo esito dell'insondabile matematica di Dio.
È nel metro della cantilena del salmo che il poeta iracheno scrive il suo canto. È un salmo islamico. Un lungo salmo nativo e laico. Pregalileano, direi, perché unisce fede e scienza. Ma c’è una inesorabile resa in tutto questo splendente libro, che si consuma tutta dentro il tempo secolare al quale il poeta deve stare.
Ahmed prega in queste sue poesie; e prega come può farlo un poeta, cioè scrivendo; e scrive pregando per sé e per il suo popolo, affinché possa rinascere insieme e non più diviso questo uomo.
MASSIMO RIDOLFI
Letterature Indipendenti
Prossime Uscite
21 marzio 2023
Il Medico di Ninive
Into a Life: Ahmed Mohamed Ramadan
Feno Meno Logia
Poesie 2018-2021
versioni in lingua italiana di
Stefania Maria Miola
edizione italiana a cura di
Massimo Ridolfi
192 p.
Disponibile solo sulle piattaforme Amazon e GIUNTIalPunto
Ph.: Copertina di Il Medico di Ninive, Into a Life: Ahmed Mohamed Ramadan, Feno Meno Logia, Poesie 2018-2021, Letterature Indipendenti, Teramo, 2023, e un ritratto del poeta.
Ahmed Mohamed Ramadan (Mosul, Iraq, 1992) vive nella propria città, dove pratica la professione di biologo patologo.
Il suo lavoro in poesia è attualmente compreso in quattro sillogi pubblicate nel suo paese e all’estero: The Winter's Song, The Eternal Clay, Thawna Bu-Nassah e Monologue Lost.
Suoi testi sono apparsi in numerose testate del suo paese ed estere.
La sua opera è tradotta in inglese, francese, italiano, spagnolo e russo.
Questa è la sua prima opera pubblicata in Italia.