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Come privatizzare strutture di fatto pubbliche. È da svariato tempo oramai che questa amministrazione, con la scusante di ottenere manutenzioni e restyling degli impianti del paese da parte di privati finanziatori, assegna stadi ed altri impianti alle società sportive principali che di fatto pagano la manutenzione o le nuove opere presso le strutture. Ciò comporta che si restringono di fatto gli spazi per le società minori, che devono pagare per allenarsi e giocare, e si negano addirittura le aree per attività obbligatorie dal punto di vista pubblico, come le attività motorie delle scuole. Nell’occhio del ciclone da diverso tempo vi è il pala volley di Borgo Santa Maria, dato in uso pressoché esclusivo all’Abba Pineto Volley. Il dato clamoroso è che, oltre a non riuscire ad entrare altre associazioni sportive minori, risulta di fatto inibito, fino a qualche tempo fa, ed oggi limitato l’accesso persino ai bambini delle vicine scuole di Borgo. “Noi eravamo certi di non poter risolvere il problema della carenza di palestra per i nostri figli” ci spiega uno dei genitori firmatari delle numerose istanze inviate al comune, “ma che il primo cittadino si presentasse all’incontro senza una soluzione, senza una minima rassicurazione di qualche ora in più nel pala volley e soprattutto senza neanche un planning delle attività che vengono svolte dentro all’impianto, che, lo si ricorda, è pubblico e non privato. Questo per noi è gravissimo!”. Dunque, il primo cittadino si è presentato, dopo quattro mesi di problemi ed un mese di svariate richieste, senza un componente della giunta ed a mani vuote. La dirigente scolastica, dal canto suo, chiese all’inizio dell’anno scolastico, l’utilizzo della palestra. Inizialmente il pala volley sembra gli fosse stato totalmente negato e, dopo che si sono attivate le proteste dei genitori, gli venne solo parzialmente accolta l’istanza: dunque le terze, quarte e le quinte classi possono svolgere l’ora di motroria, mentre le prime e seconde devono arrangiarsi, molto male, in classe. Il primo cittadino si è di fatto molto infastidito di queste proteste. “In fin dei conti” aggiunge il genitore “non è pensabile di negare un servizio pubblico per garantire spazio ad una associazione sportiva privata. Poi parliamo di una squadra che milita in A3, di tutto rispetto sicuramente, non in prima serie. Dovrebbero riservare basilarmente le ore alla scuola, poi gestiscono loro le attività degli atleti e delle relative giovanili. Sono professionisti? Non cambia nulla per loro fare allenamento più tardi. Per un bimbo non svolgere un servizio pubblico di attività motoria cambia molto: si compromette il piano di lavoro dei bimbi e degli insegnanti”. Insomma, la privatizzazione (allo stato pratico) del tanto bramato palazzetto dello sport di Borgo Santa Maria non aggrada affatto e sarà oggetto di nuove polemiche. Sembra infatti che i genitori vogliano interpellare persino il provveditorato agli studi e la Regione Abruzzo.

MAURO DI CONCETTO