VIDEO/Tercas. "Revisori e Cda hanno avuto colpe diverse"
Come potevano sapere quello che nessuno riferiva loro? Come potevano controllare una cosa come 24 miliardi di operazioni all'anno svolte dalla Banca Tercas e molte della quali "ritoccate" più volte al giorno? E soprattutto, visto che le indagini avrebbero accertato che molte di quelle operazioni ritenute spregiudicate (contestate da Bankitalia) e dalle quali sarebbe dipesa la maxi perdita di Tercas non sono mai state filtrate dai singoli direttori di filiale (presso cui si consumavano e permettevano le medesime operazioni) e mai comunicate, come potevano intervenire i membri del Collegio Sindacale?
La risposta a questi interrogativi va cercata nella recentissima ordinanza a firma del giudice del Tribunale delle Imprese dell'Aquila davanti al quale sono sfilati, nei giorni scorsi, i legali delle persone finite nella vicenda Tercas, sia sotto l'aspetto penale, sia sotto quello dell'azione di responsabilità avviata dal commissario Sora per recuperare circa 200 milioni di euro. Da tutti, indistintamente: revisori e consiglieri d'amministrazione.
L'ordinanza del giudice aquilano segna un significativo cambio di passo nella vicenda giudiziaria (civilistica), riconoscendo un fondamentale distinguo tra le eventuali competenze e responsabilità di merito di chi faceva parte dei Collegi Sindacali di Tercas e chi, la banca, l'ha amministrata nei Cda. L'esatto contrario di quanto sostenuto, nelle rispettive sanzioni e contestazioni, da Bankitalia e commissario nell'ultimo anno e mezzo. Il giudice ha ritenuto di confermare il provvedimento di sequestro (arrivato a metà luglio) di conti corrente e beni immobili soltanto per gli ex amministratori di Tercas.
Tre pagine in cui si sanciscono le sostanziali differenze di ruolo, potere e azione del Collegio sindacale (nello specifico quello presieduto dal dottor Gianfranco Scenna, difeso dagli avvocati Sandro e Raffaele Pelillo, e composto dall'avvocato Luca Di Eugenio e Simona Conte) rispetto a quella che poteva e doveva essere l'azione di controllo in capo a chi sedeva nel Cda. Sempre che, ed è su questo che si giocherà nei prossimi mesi il caso Tercas in Tribunale, quegli amministratori fossero al corrente delle operazioni spregiudicate che hanno caratterizzato il sistema-Di Matteo e il tracollo della Tercas.
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