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cgildozziuglangeliniCentoquaranta i lavoratori con contratti in scadenza nella IMR Industriale Sud di Teramo che rischiano di rimanere a casa qualora, dall'oggi al domani, dovesse arrivare un calo di produzione. "Non vogliamo scatenare alcun allarme ma la Politica e le Istituzioni non possono ignorare quanto potrebbe succedere": lo sostengono i segretari provinciali della Filctem Cgil, Giampiero Dozzi, e della Ugl, Emidio Angelini, che proprio nel giorno in cui è saltato il tavolo convocato in Regione per mancata disponibilità della direzione aziendale, hanno voluto dettagliare la situazione del sito teramano. La Industriale Sud è correlata al settore automotive, mai così attenzionato come negli ultimi mesi (lunedì mattina si è svolto, ad esempio, lo sciopero-presidio dei lavoratori della Purem di Villa Zaccheo), visto che produce tettucci interni interni ma anche sedili per case automobilistiche di lusso, come Rolls Royce, Lamborghini. Dozzi e Angelini spiegano che il gruppo Imr sta operando dei salvataggi in tre aziende fuori Abruzzo, in fase di riconversione, ma è qui che si sta spostando parte della produzione che oggi è in capo proprio alla Industriale Sud. Operai di alcuni di questi tre stabilimenti sono venuti a formarsi nel sito teramano, ad esempio. Il timore è che al cospetto di un calo di produzione a subire il principale contraccolpo possano essere, in primis, i 140 lavoratori teramani che hanno un contratto di somministrazione, quindi in scadenza. "Non abbiamo paura che possa essere smantellata l'Industriale Sud, sia chiario, lungi da noi voler fare allarmismo senza motivo, ma temiamo che possa essere usata come un ammortizzatore, una sorta di cuscinetto per tutto il settore. Negli altri tre siti ci sono dei vincoli e l'occupazione è di fatto blindata visto che Imr, stante gli accordi e i piani in essere, deve garantire i livelli occupazionali. Il rischio per la Industriale Sud di Teramo è che si ritrovi a subire il contraccolpo, a cominciare dagli interinali", denunciano i sindacati. Dozzi e Angelini chiedono "di capire cosa succede e in che termini strategici si colloca il sito teramano. Non si può risolvere il problema di tre siti andando a creare problemi in un sito dove non c'erano problemi". Il tavolo saltato in Regione per assenza dell'azienda che non sarebbe stata disponibile prima della prima decade di Aprile, per Filctem Cgil e Ugl la dice lunga sull'atteggiamento generalizzato che impera a livello di relazioni industriali: "Abbiamo aziende che puntualmente non si siedono attorno ai tavoli convocati a livello istituzionali, abbiamo aziende che addirittura rispondono in inglese come accaduto per la Purem" dichiarano i due segretari. Dozzi rilancia un tema tutto politico: quale è ruolo di Teramo? Mentre altrove si fanno i piani di riconversione dando prospettive alle imprese, "nel nostro territorio non siamo riusciti a farne neanche uno per ridisegnare il futuro di aziende in crisi. Perché non si è attivata nessuna iniziativa?". Chiosa Dozzi: "La Politica abruzzese non è capace di intercettare il futuro. Basterebbe scambiare le conoscenze coi sindacati, si dovrebbero riattivare i famosi Osservatori e invece non si fa nulla".

QUI LE INTERVISTE AI SINDACALISTI