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Il busto di Giuseppe Verdecchia è stato realizzato da Pasquale D'Angelo, un artista pittore e scultore nato a Nola il 3 aprile 1896. Fu tenuto molto in considerazione dagli artisti del suo tempo, che si fecero ritrarre da lui.
Del busto di Verdecchia esistono il modello in creta e l'opera in bronzo, entrambe in collezioni private.

Pasquale D’Angelo si avvicinò all’arte sin dalla fanciullezza e il suo percorso artistico proseguì pur senza seguire gli studi accademici. Definito un ottimo autodidatta dai suoi contemporanei, si distinse soprattutto nel campo della scultura, per le sue abilità di tratto e di resa realistica. Affascinato sempre più dalle arti visive, decise di cimentarsi anche con i pennelli, raggiungendo ottimi riscontri. I paesaggi furono sempre in grado di esprimere le sue più intime emozioni, distinguendosi per intimismo e lirismo cromatico. Fu un uomo complesso, intuitivo, sensibile, che visse in maniera anticonvenzionale, trasponendo questi suoi tratti caratteriali nei suoi lavori. Spesso lontano dalla realtà e dalla praticità, visse nella sua arte, nella quale confluivano i suoi stati d’animo e le sue ricerche personali. Al Vomero, dove dimorò in via Casale dei Bustis, ebbe modo di conoscere e confrontarsi con molti artisti con i quali strinse rapporti di profonda amicizia; in talune trattorie si attardava in lunghe e appassionate conversazioni con Striccioli, Verdecchia, Tizzano, Chiancone, Torraca.

Fu giudice severo della propria cifra stilistica, così come lo fu nei confronti dei suoi colleghi, sempre pronto a difendere quel mondo nel quale viveva pienamente e dal quale mutuava vividi spunti e riflessioni. I toni dei suoi dipinti furono sempre intensi, i giochi cromatici furono spesso il fulcro delle sue composizioni paesaggistiche, nelle quali il lirismo pittorico fu spesso protagonista; un maestro in grado di destreggiare la materia rendendola quasi tangibile. Il suo desiderio di scandagliare in profondità l’universo artistico, gli permise di alternare con destrezza l’uso dei mezzi figurativi; la scultura gli permise di modellare la realtà circostante con una grazia infinita. Il tratto del modellato deciso, controllato, fu un caposaldo delle sue varie produzioni. Il senso plastico e quello espressivo andarono avanti di pari passo nelle sue opere, le quali furono sempre in grado di sprigionare linearità e ricerca finissima.

Partecipò a numerose esposizioni collettive di rilievo nazionale e internazionale; la sua presenza si registra in mostre collettive a Milano, Genova e Napoli. Espose alla I Mostra d’Arte Napoletana nel 1925 con un’opera scultorea intitolata Mitisdella; fu presente alla III Mostra del Sindacato Nazionale fascista di Belle Arti campano nel 1932, con un’opera in cera Testa di vecchio e un gesso Nudino; un anno dopo era in toscana alla I Mostra del Sindacato Nazionale fascista di Belle Arti di Firenze con l’opera Nudo; nel 1935 aderì alla VI Provinciale Internazionale fascista a Napoli con ben sette opere: Ritratto del Sig. Buscaglia, Mio padre, Testa di bambina, Piccolo calciatore, Imbronciata, Mia madre, Ragazzo. A Napoli inoltre espose alla II Mostra del Sindacato Nazionale fascista di Belle Arti campano, nel 1937, con tre sculture: Testa di vecchio, Testa di uomo, Ritratto; nel 1953 presenziò alla Mostra d’Arte al Circolo Artistico Politecnico di Napoli nuovamente con l’opera Mitisdella.

Nel 1955 a Napoli si tenne un’esposizione di valenza nazionale, denominata “Struscio Artistico”, proposta dall’Assessorato al Turismo e la Promotrice di Belle Arti S. Rosa, che prevedeva l’esibizione di opere di artisti napoletani nelle vetrine di attività commerciali in via Toledo; qui D’Angelo partecipò con Composizione, esposta nella vetrina della ditta Petronius.

In tarda età, nel 1952 sposò Raffaella Lamberti, ma la morte lo colse appena 3 anni dopo, nel 1955, a Napoli. Benchè sia vissuto sempre a Napoli è da considerarsi tra i grandi artisti Nolani della prima metà del Novecento.

la cerimonia di

si svolgerà

INAUGURAZIONE DEL BUSTO BRONZEO
 DEL DOTTOR GIUSEPPE VERDECCHIA

SABATO 22 APRILE 2023, alle ore 16,30
nella Sala Consiliare del Palazzo Duchi d’Acquaviva ad Atri.

con il patrocinio dell’associazione Culturale Giuseppe Verdecchia, del Consiglio Regionale d’Abruzzo, della Provincia di Teramo, del Comune di Atri e della Fondazione Tercas


alla cerimonia prenderanno parte


Piergiorgio Ferretti (Sindaco di Atri), l’architetto Dario Zingarelli (Gruppo di studio e ricerche storiche), Mario Trematore (Vigile del fuoco che ha salvato la Sindone di Torino), l’architetto Gaetano Lombardi (Gruppo di studio e ricerche storiche), Padre Guglielmo Alimonti (Frate cappuccino discepolo di Padre Pio), Domenico Colletti (Figlio dell’avvocato personale di Padre Pio), Pietro D’Alfonso (Figlio del “chirurgo di Padre Pio”) e il commendator Mario Verdecchia (nipote di Giuseppe Verdecchia)